Fitetrec Ante e Unire, i dettagli dell'accordo
ECCO IN DETTAGLIO l’accordo tra Fitetrec Ante e l’Unire per il recupero dei cavalli da corsa a fine carriera: “La Federazione italiana turismo equestre e trec Ante è da sempre in prima linea per promuovere e diffondere il rispetto e il benessere dei cavalli con programmi che coinvolgono tanto i bambini quanto gli adulti. È proprio nella sintonia del binomio, infatti, che si fonda l’emozione dei grandi viaggi in sella e questo particolarissimo rapporto non può nascere che ha una profonda sintonia tra l’uomo e l’animale.
“La Fitetrec-Ante non poteva rimanere indifferente di fronte alla situazione che, mai come in questi tempi, vede un numero crescente di cavalli da corsa lasciare le piste verso un incerto destino. Le motivazioni sono da ricercarsi tanto nella brevità della carriera agonistica di un purosangue o di un trottatore quanto nel sovrannumero di questi soggetti rispetto ai reali sbocchi negli ippodromi.
“Da questi presupposti nasce il forte desiderio di agire affinché ai cavalli – in un modo o nell’altro “a fine carriera” – possa essere offerta la possibilità di una “seconda vita” come soggetto da sella, secondo il criterio che interpreta la valenza di “sportivo” declinabile in molte specialità.
Tutto ciò ha portato a un fattivo progetto che vede la Federazione italiana turismo equestre e trec Ante e l’Unione nazionale incremento razze equine cooperare in stretta sinergia per offrire a un numero più ampio possibile di ex cavalli da corsa una nuova chanche di vita.
“Per quanto riguarda l’anno in corso, dopo un periodo di riaddestramento in collaborazione con Relived Horses, un numero di soggetti selezionati sarà già affidato a cavaliere e amazzoni della Fitetrec-Ante.
«Per la nostra federazione il benessere del cavallo ha svolto sempre un ruolo fondamentale – spiega Alberto Spinelli, presidente di Fitetrec-Ante – e crediamo fermamente in uno sport di alto profilo etico che veda il cavallo come un compagno di emozioni e non come un semplice strumento usa e getta. Per questo motivo non possiamo permettere che la fine della carriera agonistica rappresenti anche il termine della vita. Le nostre discipline, così vicine alla natura, possono rappresentare uno sbocco ideale per molti cavalli da corsa ed è per questo motivo che abbiamo in essere un progetto per recuperarne alcuni dopo un periodo di riaddestramento. Si tratta di soggetti sportivi che possono essere impiegati, oltre che nel turismo equestre, anche per gli attacchi e per le nostre discipline agonistiche. Crediamo fermamente in questo sbocco. Riteniamo questa scelta etica fondamentale anche per una crescita culturale e morale di tutta l’equitazione e siamo pronti, come federazione, a scendere in campo con il massimo impegno.
“A ciò si aggiunga – conclude Spinelli – che il recupero di questi cavalli significa anche un’ulteriore valorizzazione dei soggetti nati e allevati in Italia a vantaggio di un mercato che, utilizzando in modo intelligente e consapevole le proprie risorse, può trovare al proprio interno tutti gli elementi necessari per non dovere puntare su forti importazioni di soggetti stranieri”