Fise, deliberato il codice di comportamento istruttori
In occasione del Consiglio della Federazione che si è tenuto ad Arezzo sabato 8 settembre è stata fornita una prima risposta a tutela dell’onorabilità del corpo degli istruttori federali.
È stato deliberato, infatti, il Codice di comportamento che prevede -tra l’altro- che dal 2019 gli istruttori non possano esercitare l’attività, se hanno procedimenti penali in corso, abbiano subito misure cautelari o abbiano sentenze anche non passate in giudicato per determinati reati che incidono sulla moralità e il buon costume, le sostanze stupefacenti, contro la persona o per maltrattamenti animali. Nell’occasione è stata valutata una memoria proposta alla Commissione Formazione in merito ai requisiti.
Il Presidente federale ha altresì informato di aver intrapreso contatti con il Garante dell’Infanzia della Regione Lazio e con l’Ordine degli Psicologi per attivare, prima nel Lazio e poi in ogni regione, un servizio di assistenza per aiutare a denunciare eventuali abusi subiti dai tesserati. Si tratta di una risposta concreta a una problematica che si sta manifestando nel mondo dello Sport, a cui la nostra Federazione vuole dare un segnale altrettanto convinto e immediato.
Nella stessa riunione la Commissione Formazione ha presentato il progetto di riforma degli istruttori che nel 2018 ha visto la nascita dell’Istruttore di Base. Tale figura rappresenta il livello di ingresso degli istruttori e racchiude le figure degli operatori tecnici dell’attività ludica dando la possibilità di avere la titolarità di un circolo ludico e la possibilità di portare allievi nelle gare considerate ludiche.
La riforma presentata, nel prendere atto che la delega consentita ai 'primo livello', di fatto ha parificato tutti e tre gli attuali livelli, propone di creare la figura dell’Istruttore federale che racchiude il primo e secondo livello e una nuova figura che si può ottenere solo per meriti sportivi e risultati sul campo. Resta invariata la figura del Master. La riforma sarà presentata alla prossima Consulta e, se condivisa, introdotta dal 2020 per consentire alla Commissione di predisporre i corsi.