Fieracavalli, tre viaggi per un equitazione sostenibile
Nell’area Talk del padiglione 4 di Fieracavalli si è parlato di turismo “slow” con i protagonisti di alcuni affascinanti viaggi.
Il primo è il raid equestre partito da Monaco il 9 ottobre 2022 e arrivato a Verona il 3 novembre, giorno dell’inaugurazione di Fieracavalli.Un itinerario di oltre 600 chilometri, suddiviso in 25 tappe, che ha attraversato la parte meridionale della Baviera passando per la valle dell’Inn e il Fernpass in Austria, il passo Resia, la Val Venosta, la Val di Non e il passo Mendola verso il Monte Baldo.Il progetto, effettuato da quattro cavalieri di Natura a Cavallo e quattro amazzoni del Circolo Ippico Valpolicella, è stato promosso da Fieracavalli, Veronafiere e l’Associazione di Promozione Sociale “Territorio, Sostenibilità e Inclusione” di Verona. Il cavallo è stato il protagonista costituendo una sorta di richiamo naturale tra uomo e pianeta e un mezzo per sensibilizzare su diversità e forme di disabilità.
Grazie alla collaborazione dell’Associazione Nazionale Allevatori Cavalli di Razza Bardigiana e di ANAREAI, il progetto ha promosso anche l’allevamento e il patrimonio zootecnico italiano. Infatti, quattro dei cavalli partecipanti erano Bardigiani che, il giorno dopo l’arrivo a Verona, sono stati donati con una piccola cerimonia a centri dedicati ad Interventi Assistiti con gli animali per aiutare categorie fragili. Due di questi centri si trovano in Veneto, uno in Toscana ed uno in Sicilia.Sono stati percorsi dai 20 ai 45 chilometri giornalieri solo al passo, evitando il più possibile i centri abitati e le strade asfaltate, alternando i cavalli per evitare che si affaticassero. Veterinari e maniscalchi supportavano il gruppo seguendolo con veicoli di appoggio ibridi e, alla fine di ogni tappa, gli animali venivano ospitati in box presso circoli ippici presenti lungo l’itinerario.
Il secondo viaggio è partito il 15 settembre dalla Toscana, dalla località di Peccioli in provincia di Pisa per raggiungere Lech, in Austria, dopo 37 giorni attraversando la Via Francigena fino alla Via Claudia Augusta per un totale di 930 chilometri.Il progetto è nato dal desiderio di Angelika Schneider, istruttrice di equitazione arrivata in Italia nel 1983 dall’Austria, di fare ritorno a casa in sella ai suoi cavalli. Angelika ha viaggiato con l’allieva Giulia Mancini in sella a Gamma e Ares, realizzando il suo sogno dopo trent’anni.
Il terzo viaggio è iniziato il 16 giugno da Pescasseroli, nel Parco Nazionale d’Abruzzo per concludersi nel Parco Nazionale del Gran Paradiso con l’intento di celebrare il centenario dei due Parchi.Protagonista è stata Paola Giacomini - l’esploratrice a cavallo arrivata a Veronafiere dalla Mongolia nel 2019 dopo aver percorso in sella novemila chilometri – che ha affrontato la nuova esperienza con i suoi due cavalli, Custode e Cigherè, percorrendo circa mille chilometri e attraversando otto parchi nazionali.
Tema centrale del viaggio è stato il cambiamento climatico: in ogni luogo Paola ha incontrato botanici, geologi e biologi con l’intento di riflettere su come il paesaggio stia cambiando. Lungo il percorso ha raccolto l’acqua da diverse fonti incontaminate conservandola in una borraccia e, arrivata al ghiacciaio del Gran Paradiso, l’ha fatta evaporare per trasformarla in “nuvola e neve” di cui le nostre montagne hanno grande bisogno, lanciando un messaggio di sostenibilità ambientale.
Cosa hanno in comune queste tre esperienze?
I protagonisti hanno raccontato episodi diversi ed hanno organizzato il viaggio con differenti modalità.Paola Giacomini da sola, dormendo accanto ai cavalli protetta da un semplice telo per restare a stretto contatto con ambiente e compagni di viaggio, con il cielo e le stelle come tetto.
Angelika e Giulia hanno viaggiato con l’appoggio di un camper, condotto dalla mamma di Giulia.
Gli otto cavalieri partiti da Monaco si sono alternati con i cavalli alloggiando in strutture organizzate.Le emozioni raccontate dai protagonisti hanno rivelato che, per tutti, l’obiettivo non fosse raggiungere la meta programmata ma che il viaggio stesso costituisse la vera meta.
Nonostante imprevisti, fatica e condizioni climatiche a volte sfavorevoli, viaggiare con i cavalli attraverso panorami meravigliosi ha regalato a tutti sensazioni uniche tali da dissolvere le difficoltà sorte durante il cammino. Quando hanno raggiunto la destinazione, il dispiacere di aver terminato l’avventura ha sopravanzato la soddisfazione dell’essere riusciti ad arrivare.Rientrati nella routine lavorativa, la nostalgia delle emozioni vissute è stata intensa, confermando che la magia delle sensazioni vissute è dovuta alla presenza degli equini.Un incontro con cui Fieracavalli ha dimostrato che, grazie ai cavalli, è possibile tornare a un turismo diverso, a passo lento e rispettoso dell’ambiente che permette di assaporare il territorio in tutte le sue declinazioni ma, soprattutto, a ritrovare e connettersi con l’autentico sé.