Fieracavalli, gli stakeholder del settore ippico a confronto
Si è svolta a Fiera Cavalli una sessione tematica dedicata all’analisi delle criticità senza precedenti dell’ippica. In questo articolo gli stakeholder del settore fanno un analisi dei fattori ed individuano le possibili soluzioni per il rilanciare l’industria ippica.
L’ippica italiana un tempo fiorente è in crisi. Di come superare la crisi se ne è parlato, nuovamente, a Verona in una sessione tematica dedicata al ruolo delle società di corse nel sistema ippico, proprio in occasione della la kermesse più attesa dal mondo equestre, Fieracavalli. Tra i partecipanti al tavolo della discussione c’erano nomi noti: Concetto Mazzarella, Amministratore delegato dell’Ippodromo di Siracusa, Clara Martone, Vicepresidente della Merano Galoppo già insignita del premio Lydia Tesio, Marco Fabio Rondoni, Direttore generale di Hippogroup Cesenate e Elio Pautasso, Presidente di Federippodromi e Direttore generale di Hippogroup Roma Capannelle. Il confronto tra i capi fila dell’ippica ha messo l’accento sulle difficoltà del settore, tra cui la diminuzione dell’interesse pubblico, la mancanza di nuovi appassionati che partecipano alle corse ippiche come spettatori e scommettitori e la difficoltà di recepire risorse finanziarie. Tutti d’accordo i capitani dell’ippica nel definire questo settore pieno di difficoltà e con poche opportunità.
Le varie difficoltà hanno fermato il settore e influenzato l’organizzazione di eventi, hanno spiegato unanimi i protagonisti del tavolo tematico. E tra le criticità che hanno portato in una crisi senza precedenti il mondo dell’ippica, c’è la concorrenza fatta da altre forme di gioco, ad esempio, l’aumento delle opzioni come le scommesse online che hanno fortemente contribuito a creare ulteriori difficoltà alle società. Le difficoltà del settore si sono intrecciate poi con la crisi economica, rendendo difficile all’ippica mantenere e crescere nuovi scommettitori.
Anche la lentezza e la stasi amministrativa, la tassazione eccessiva, la mancanza di sostegno “vero” alle società ippiche e agli ippodromi sono causa di questa stasi. In molti casi gli ippodromi sono anche strutture di valenza storica e culturale, ed andrebbero considerate tali in termini di contributi per la tutela di beni storici.
Una analisi approfondita quella fatta a Verona che ha portato i manager dell’ippica del Bel Pese, ad esprimersi con note critiche, mentre per le prospettive di rilancio del settore, fondamentale potrebbe essere un approccio “olistico”, ovvero: investimenti mirati e non solo, sulle infrastrutture; strategie di marketing innovative, cambiamenti normativi e di prassi magari, così come ha sottolineato Pautasso: “con un partenariato pubblico privato, per il quale però servono risorse e tempi lunghi per realizzarlo”. Il Direttore generale di Capannelle ha poi snocciolato alcuni numeri: “dal 2009 al 2023 - ha detto - c’è stato un decremento di risorse molto alto, parliamo di -78% a cui si deve aggiungere l’inflazione con un decremento del 29%”. Va detto, in conclusione, che, la società odierna vede il mondo delle corse in maniera diversa da un tempo, così come in generale diverso è l’ approccio sociale con il mondo degli animali: oggi tanto si parla di benessere animale, di etica e di filosofie Green, tutti aspetti che ormai dovrebbero essere inclusi non solo dall’apparato legislativo e normativo che regolamenta i cavalli da corsa ma nella quotidianità per ogni essere vivente. A mio avviso anche una rivoluzione del settore dovrebbe partire da questa ultima considerazione.