Equitazione, gli incubi di Caprilli
Le conturbanti dame umbertine Giovanni Boldini le immortalava sulla tela, Federigo Caprilli gli faceva perdere il sonno. Adesso però, ad agitarsi nell’avello di Fubine, è proprio il fascinoso capitano livornese. La sua Italia a cavallo ansima come un mezzo bolso.
Nel dressage di cui la FISE ha disertato i Mondiali in terra di Amleto; il salto ostacoli tornato in Divisione 1 però - accade dal 2004 - ancora fuori Giochi; il completo in cui, fortunosamente, Arianna Schivo e la sua straordinaria Quefira de l’Ormeau (le quali comunque vivono e si allenano in Francia sotto la guida di un tecnico transalpino, marito dell’amazzone piemontese) hanno evitato al nostro Paese una figuraccia internazionale.
Calato il sipario sulle gare mondiali ai Pratoni del Vivaro, la ciliegina l’hanno messa gli attacchi. Il bravo imprenditore edile astigiano Luca Cassottana si è fatto letteralmente in quattro con i suoi stalloni centro-europei, pasticciando un pò nel dressage ma poi evitando con cura gli ostacoli della maratona e di buttar giù palline dai coni. Era il suo primo impegno nel tiro a 4, ha avuto gli elogi sperticati del c.t. Cividini, però 25° su 37 è - con tutta la buona volontà - roba da bassa classifica.
E’ vero, ci rimane l’endurance in cui siamo al top con chi sta sopra e sotto la sella. Purtroppo qui l’Italia si è fatta sgridare (e mandare dietro la lavagna come una scolaretta) dalla FEI, per un'organizzazione così difettosa che i Campionati del Mondo sono stati tolti alla FISE e spostati al 2023. Probabilmente con inespressi mugugni dell’inquilino del Foro Italico Giovanni Malagò che giustamente ha fatto dell’innata capacità italica di approntare eventi globali impeccabili, il fiore all’occhiello del CONI.