Domenica l'Arc. In Francia un solo nome: Treve
Treve, Treve soltanto lei, un nome che rimbalza di continuo in queste ore che precedono il Prix de l'Arc de Triomphe, gigantografie dell'eroina francese ad ogni angolo di Parigi, tutti convinti sulle rive della Senna che alla fine sarà lei a mettere in riga gli avversari, per la terza volta di fila. La sicurezza, poi, di Criquette Head, che allena la star di Chantilly, il tentativo ritenuto vano degli inglesi chiamati a fronteggiare domenica la vincitrice delle ultime due edizioni della classicissima d'autunno sul Bois de Boulogne e tutta la Grande Ville che si schiera con la portacolori dello sceicco Al Thani, certa come non mai che un momento storico del turf mondiale stia per compiersi il 4 ottobre.
“Più forte di sempre, una fuoriclasse come se ne sono viste poche in Europa negli ultimi tempi”, dice di Treve Criquette Maarek Head convinta di avere in scuderia l'asso vincente, la cavalla con una marcia in più, forse due, rispetto agli avversari, tutti alla mercè della “reine”, risorta dalle ceneri dodici mesi or sono proprio alla vigilia dell'Arc dalla desolante esibizione nel Vermeille e quest'anno senza macchie in una stagione per lei delle più fulgide.
Treve fa sognare i francesi, al riparo, una volta tanto dalle insidie britanniche, forti di uno schieramento che non sembra lasciare scampo agli invader d'oltre Manica, non solo Treve ma anche New Bay per i padroni di casa, derbywinner con le carte in regola per mantenere salda la corona sul miglio e mezzo dell'imminente sfida che più di ogni altra esalta e riscalda le attese nella Ville Lumiere. Criquette è stata esplicita su Treve. “Mai così agguerrita, mai così pronta a battersi, un esame che richiede forma smagliante e massima concentrazione, certo, perché solo dopo il palo puoi esultare, e lì si arriva per primi se non sbagli niente. Thierry Jarnet in sella alla cavalla è una garanzia, non che Lanfranco Dettori, un tempo interprete della cavalla, valga meno, ha vinto per me un sacco di corse, è sempre al top della graduatoria mondiale, ma Thierry ha un modo di montare diverso, più in sintonia con l'azione di Treve. Nessuna variante in fatto di preparazione è stata compiuta rispetto agli scorsi anni, Treve ha seguito lo stesso cammino, il Vermeille è stato il suo trampolino verso l'Arc. Provo una grande eccitazione nel vederla galoppare e allungare alla fine con quello slancio che la distingue dagli avversari. La fiducia è quindi tanta e sarebbe una delusione enorme vederla abbandonare sconfitta il terreno di Longchamp domenica prossima, perché lei ha fatto capire di essere davvero unica e tutta la Francia si aspetta l'exploit che la consegni alla storia. Il Vermeille è un test dei più attendibili in vista dell'Arc, stesso tracciato, stessa distanza, e Treve quest'anno si è esibita in un numero di alta scuola, l'hanno visto tutti, facilità assoluta, scatto irresistibile, una palla di fucile dal pavillon a disco rosso del traguardo”.
Andrè Fabre, sette volte sul gradino più alto dell'Arc come allenatore, però non ci sta. Sa di avere New Bay al top, un cavallo pieno di risorse passato a vele spiegate sul traguardo più classico di Chantilly e non si tira indietro.
John Gosden ha supplementato per 120.000 euro Golden Horn salutato come un fenomeno nella giornata del Derby nella piana di Epsom, ma poi sempre meno convincente nelle Eclipse, nelle Juddmonte e nelle Champion d'Irlanda dove è stato graziato. Jack Hobbs, sempre di Goden, rinuncia invece puntando alle Champion di Ascot. Found e Tapestry, sono le punte di Aidan O'Brien, ma nessuno sembra tenere in gran conto la loro partecipazione.