Dialogo immaginario con la Cavallina Storna
Buongiorno, gentili lettori e lettrici. Oggi siamo qui con la magnifica Cavallina Storna, una creatura affascinante e intelligente, con una storia speciale da raccontare, una storia che l'ha fatta diventare famosa, forse la cavalla più famosa nella storia del nostro paese perché protagonista di una poesia che tutti conosciamo “la Cavallina Storna” di Giovanni Pascoli. Pascoli scrisse questa poesia in memoria del padre, che venne assassinato il 10 agosto del 1867, nella notte di San Lorenzo.
Grazie per averci concesso questa intervista Cavallina Storna.
Cavallina Storna: Buongiorno a voi. È un piacere essere qui.
Cominciamo col chiederti un po' della tua storia. Come sei arrivata qui e cosa ti rende così speciale?
Cavallina Storna: Ho avuto la fortuna di essere cresciuta in un ambiente stimolante. Ciò che mi rende famosa è la storia. Sono protagonista e unica testimone dell’omicidio di Ruggero Pascoli, padre di Giovanni Pascoli, il poeta. Ruggero è stato il mio amico umano, insieme a lui ogni giorno lavoravo, portandolo dove lui voleva. C’ertamente ero la cavalla favorita, in quella scuderia in cui gli altri cavalli erano tutti diversi da me. Ruggero, fu assassinato sul suo calesse che io trainavo, sulla strada di ritorno verso casa, era il 10 agosto 1867, ed il poeta aveva appena dodici anni. Gli autori di tale reato non vennero mai individuati, ma vennero fatte solo alcune supposizioni.
Interessante! Sembri davvero speciale. Ci puoi raccontare di quel giorno?
Cavallina Storna: un giorno terribile e tristissimo: ho sentito degli spari e un tonfo. Ho capito che gli avevano sparato, speravo di arrivare a casa per poterlo fare soccorrere, ma non è stato così. Ho iniziato a correre, correvo veloce più veloce che potevo, verso casa. Avevo paura, ero spaventata, sapevo che era accaduto qualcosa di terribile, sentivo Ruggero chino sul calesse e speravo di arrivare in tempo per salvargli la vita… quando ho visto il viale di casa con i pioppi e il grande cancello ho tirato con tutte le mie forze il calesse, speravo Ruggero fosse ancora vivo e...era notte, nel silenzio interrotto solo dai frusci dei pioppi del Rio Salto mossi dal vento, ho visto Caterina (Caterina Vincenzi, moglie di Ruggero Pascoli, n.d.r.) venirmi incontro, ed allora, solo all’ora mi sono fermata. Ho capito che era morto. Durante la sera Caterina è venuta da me a parlare, nel mio box, d’altronde ero l’unica testimone del delitto e come Lei ammiravo e volevo bene al mio Ruggero.
E chi lo ha ucciso?
Cavallina Storna: Il delitto fu perpetrato da due inviati di un tale Pietro Cacciaguerra, che ha così potuto subentrare a Ruggero nell'amministrazione della tenuta di famiglia. I giudici però lo scagionarono, lasciando questo delitto impunito ma Giovanni il poeta continuò a ripetere: «Io credo alla cavallina storna, io credo a mia madre».
Ma chi ti ha insegnato a parlare?
Cavallina Storna: Ho abilità sviluppate nel comprendere e rispondere a comandi vocali, grazie a una lunga e paziente formazione con i miei umani. Posso eseguire vari movimenti e comportamenti in risposta a determinate parole o gesti.Impressionante!
Quindi hai una sorta di comunicazione con gli esseri umani?
Cavallina Storna: Sì, la comunicazione con gli esseri umani è una parte importante della mia vita. Posso comunicare attraverso il linguaggio del corpo, i gesti e le vocalizzazioni. Mi diverto molto a interagire con loro. Così quando Caterina mi ha chiesto di dirle chi aveva ucciso il marito, io annui. Lei disse un nome e al nome di quella persona io ho nitrito, ho nitrito con tutta la forza che avevo, con tutto il doloreche provavo, con il cuore infranto…”
Che meraviglia! E riguardo al tuo rapporto con gli altri animali?
Cavallina Storna: Amo la compagnia degli altri animali, soprattutto dei miei amici cavalli. Condividiamo momenti di gioco, esplorazione e condivisione delle risorse. Mi piace anche instaurare relazioni di fiducia con altre specie presenti nella nostra tenuta.
È davvero affascinante osservare come gli animali possono creare connessioni tra di loro.Parlando di connessioni, hai mai formato un legame particolarmente speciale con un essere umano?
Cavallina Storna: Sì, nel corso degli anni ho avuto la fortuna di stringere un legame speciale con alcuni esseri umani, in particolare con coloro che si sono presi cura di me sin dall'inizio. La fiducia e l'affetto che sviluppiamo rendono la nostra relazione unica e preziosa. Penso però che ci siano anche esseri umani cattivi, così come la storia che ho vissuto ha dimostrato mettendo in luce l'atteggiamento vile degli uomini, con la loro omertà che non appartiene c’erto al mondo della natura a cui appartengo. Le persone cattive fanno parte di un mondo fatto di simboli e allusioni nascoste che stravolgono la consueta concezione della realtà.
Ma perché ti hanno chiamato Cavallina Storna?
Cavallina Storna: Io non sono nata a Villa Torlonia di San Mauro di Romagna, come gli altri cavalli della scuderia ma al mare, vicino alla pineta. Io non sono come i cavalli della villa, loro sono grossi e da lavoro. Io sono esile, veloce, un po’ nervosa e il mio manto è di colore grigio-scuro con piccole e numerose macchie bianche che ricorda proprio il piumaggio di uno storno, da qui il nome.
Sei davvero una creatura straordinaria! Protagonista di ballate e, musiche e anche di un film?
Cavallina Storna: Si sono famosa, ricordo quel film dedicato alla storia di Giovanni. Cavallina storna è un film del 1953 diretto da Giulio Morelli.
Cosa ti piace fare?
Cavallina Storna: Adoro le giornate all'aperto! Mi piace esplorare la natura circostante, correre liberamente nei prati e interagire con gli altri membri del branco.
Grazie mille per aver condiviso con noi il tuo mondo, Storna. È stato un onore e un piacere parlare con te.
Cavallina Storna: Grazie a voi per avermi dato questa opportunità. È stato davvero un piacere. A presto!