Dettori-Stradivarius, tris da leggenda nella Gold Cup ad Ascot
Ad Ascot è il “giorno delle signore”. O meglio, sarebbe stato se non si fosse messo di mezzo il covid 19.
Manca, così, la tradizionale parata dei cappellini colorati e a volte pittoreschi, da sempre parte integrante del più celebre dei meeting ippici. E’ davvero un peccato, ma, anche senza il pubblico, lo spettacolo è garantito.
Signori, giù il cappello: c’è la Gold Cup, la Coppa d’oro , corsa di gruppo 1,riservata agli specialisti del fondo, dai quattro anni in su. 4.014 metri da percorrere su un terreno reso un po’ pesante dalla pioggia, ma pur sempre agibile.
Otto i cavalli in gara sull’impegnativa distanza. Favorito numero uno il sauro Stradivarius che si è aggiudicato le ultime due edizioni della prova. L’accreditato rivale è Technician, dal mantello grigio ( l’unico nella circostanza ) , già protagonista sul gradito terreno pesante.
Cavalli fuori dalle gabbie. Si parte. Andatura buona , ma certo non forsennata. La distanza severa la impone.
Nella prima parte di gara, si alternano al comando Withold, estremo outsider, e Nayef Road, con Prince of Arran di rincalzo. In quinta e sesta posizione si mantengono costantemente i due favoriti Stradivarius e Technician. Sempre in coda Cross Counter.
I motori- si fa per dire – si scaldano nella seconda metà di gara.
Frankie Dettori muove il suo Stradivarius verso la testa della corsa. Non si può più aspettare.
Comincia l’interminabile rettilineo finale.
L’asso italiano sollecita il suo formidabile sauro che allunga a metà dirittura in maniera devastante.
Col frustino agitato a destra, Dettori , spronando solo quel tanto che basta, spinge Stradivarius verso il traguardo. Il dominio del sauro è assoluto. Si crea il vuoto dietro. Technician, evidentemente non in giornata, resta nelle retrovie.
Alla fine, Stradivarius stravince, infliggendo un distacco abissale ai pur degni di elogio Nayef Road e Cross Counter, nell’ordine.
Non ci sono dubbi: l’intramontabile Dettori , al terzo trionfo consecutivo nella Coppa d’oro, entra di diritto nella leggenda col suo fedele “violino” Stradivarius.
Maurizio Vignuda