Dedicato a Spegasso
Per gentile concessione di trotto e turf, pubblichiamo un ricordo del campione dell'ostacolismo spegasso, tratteggiato dalla penna di Mario Berardelli, il nostro punto di riferimento per il turf declinato a cultura e tradizione.
Riunione invernale in ostacoli alle Capannelle. Pomeriggio dello spettacolare Steeple, 10 febbraio 1962, sessanta anni orsono. Spegasso, 11 anni, getta ancora una volta il suo cuore generoso aldilà di ogni ostacolo fino al palo di arrivo . Vince ancora una volta, la venticinquesima su 55 corse disputate. Questa volta il suo nobile cuore non resiste, si smarrisce, Spegasso pochi metri dopo il suo ultimo trionfo si accascia morente. In lacrime si piega affranto su di lui nell’ultimo abbraccio Carlo Ferrari, il jockey di tanti trionfi. Walter Molino consegna la scena alla leggenda nel disegno copertina della Domenica del Corriere . Il settimanale Oggi ci mostra la foto del primo ad accorrere disperato chino sul figlio di Traù, è Pietro Betti , il padre di Luciano che sarà patron della Rima, primo collaboratore di casa Mantovani.
Sono trascorsi 60 anni, tanti è vero, da quel pomeriggio in cui la carriera, il personaggio, il campione sono entrati nel mito, in maniera tragica ed epica, forse eroica ma indelebile nella nostra memoria ed immaginario collettivo. Celebrare Spegasso non è soltanto amarcord sentimentale, è anche occasione per recuperare e meglio ridefinire certi contorni e certi valori che dovrebbero avere significato perenne tra i fondamentali del nostro mondo. Utili anche adesso che i protagonisti di oggi stanno cercando, con appassionato impegno, di ridisegnarli, come accade periodicamente, per progettare gli anni a venire.
A volte anche una rilettura del passato consente il recupero e la riscoperta gratificante di valori fondanti. Spegasso significa Mantova, la formazione di casa Mantovani, emblematica di un Turf straordinario e meraviglioso. Vuol dire anche evocare un periodo aureo del nostro galoppo in cui affiorano nitide ed eccezionali le figure di Federico Tesio e Mario Incisa, di Luchino Visconti che lasciò idealmente e praticamente con Talma il testimone della sua passione proprio a Gino Mantovani, di Giuseppe De Montel il gigantesco proprietario di Ortello e Orsenigo il cui vessillo fu raccolto e tenuto altissimo dai coniugi Verga cui dobbiamo Molvedo, dei fratelli Crespi il cui nerovioletto ha solcato maestosamente mezzo secolo di turf glorioso iniziando da Crapom. Spegasso ci permette anche di connettere il grande ostacolismo con il grande turf grazie alla sua giubba, il verde fasciato di giallo dominante in entrambe le specialità, ci consegna nella sua pienezza una leggenda assoluta quale fu Carlo Ferrari, jockey dalla classe immensa e purissima , unico capace di trionfare nel Merano e nel Derby .
Ecco : quel turf ha splendidamente anticipato gli anni della nostra più partecipe internazionalizzazione, quelli cui diedero soprattutto impronta Carlo Vittadini e Carlo D’Alessio che trascinarono coltamente una intera generazione. Tutti quei valori non sono svaniti, anzi siamo convinti che siano, nella loro veste più attuale, possibilmente fondanti dell’ippica che verrà disegnata dai nostri “migliori” di oggi. Perché il comune denominatore deve ed è sempre la nobile valenza culturale che ci anima tutti. Spegasso era un sauro nato nel 1951, non da magnanimi lombi diretti ma per interposto padre . Traù , il padre, era fratello pieno, allevato dalla Mantova , di Traghetto, uno dei grandissimi del nostro turf rampollo di Cavaliere d’Arpino e Talma . La sezione materna di Spegasso oggi la definiremmo ordinaria, senza black type ma con il pregio di consegnarci una famiglia costruita nel tempo da Felice Scheibler. Se ci diamo questa chiave di lettura possiamo dire che il campione di casa Mantovani è una sorta di summa del nostro turf : Tesio con Cavaliere d’Arpino, Visconti con Talma e Scheibler con la sezione materna. In piano logicamente non fu campione, 12 corse e comunque 4 vittorie. Già a tre anni emerse predestinato saltatore, cinque vittorie con i posti d’onore nell’Ayroldi e nel Noviziato a Monza ( pensate un pò) e in steeple nel Criterium di Autunno. A quattro anni vinse la prima edizione della Siepi di Merano. Andiamo al sodo cosi ci rendiamo conto della sua grandezza : unico ad aver vinto tre edizioni della Gran Siepi di Roma ( finchè ha funzionato Capannelle), primo, secondo e terzo nella Gran Siepi di Milano, primo , due volte secondo e una terzo nel Gran Premio di Merano, primo due volte nella Gran Siepi di Merano, primo nel fatale Steeple di Capannelle. Già 60 anni orsono, non dimentichiamo mai i nostri Campioni, alimentiamo il nostro futuro attraverso la rilettura del nostro grande passato.