Crisi dell'ippica, cerchiamo una terza via.
Il Coordinamento Ippodromi comunica “Ormai da tempo anche nell'Ippica si confrontano due linee di pensiero diametralmente opposte:
- una decisamente proiettata alla privatizzazione del Settore.
- l'altra orientata a mantenere il Settore sotto il controllo ed il finanziamento dello Stato.
Due linee di pensiero forse un pò fuori dal tempo , visto che le ideologie ormai non sono più presenti nemmeno in politica.
A sostegno della prima linea vengono portate le tante inefficienze e purtroppo anche le ruberie che a volte dobbiamo riscontrare nella pubblica Amministrazione che certamente ha tanti problemi , tanto che Governo e Parlamento stanno lavorando per fare finalmente una grande Riforma.
A sostegno della seconda linea viene portata la nostra storia ed il fatto che l'ippica è uno Sport che lo Stato ha il dovere di controllare e finanziare.
Credo, però , che a nessuno sfugga che Il vero problema non è lo Stato .....il problema ,purtroppo, sono i singoli cittadini a volte corrotti e malandrini o come ha detto ieri il segretario della Cei :
"cooptati o furbi" , ma spesso anche molto seri e ligi al proprio dovere e di questi per fortuna nel nostro Paese ce ne sono moltissimi ed anche nella pubblica amministrazione e pure nell'Ippica .
Forse bisognerebbe riuscire a mediare tra queste due linee di pensiero e puntare ad un " mix" che preveda il controllo del Settore in capo alla Pubblica Amministrazione ed una "governance" tecnica espressione della Filiera, che potrebbe chiamarsi Consulta o Lega o Unione o come deciderà
il Parlamento.
In questa direzione mi auguro che a Settembre inizi a lavorare la Commissione Agricoltura chiamata a scrivere la Riforma dell'ippica nazionale.
Una cosa però è certa : L'ippica senza lo Stato sarebbe morta da tempo e meno male che lo Stato ancora la finanzia, come ha sottolineato recentemente il ministro Martina , con soldi pubblici, e fa
benissimo perché l'ippica ,da sempre ed in tutto il mondo ,è un grande Sport e dove ne avessimo avuto bisogno ce lo ha ricordato recentemente anche il ministro spagnolo dello Sport.