Crisi alla Fise, il presidente risponde alle accuse
SULLA GRAVE CRISI in atto alla Federazione Italiana Sport Equestri (un consigliere dimissionario, quattro consiglieri dissidenti e revoca dell’incarico al segretario generale) il presidente federale ing. Cesare Croce ha diffuso la seguente dichiarazione ufficiale con un comunicato di domenica 1 giugno: «I nostri atleti, i comitati organizzatori e le nostre associazioni, visti i risultati conseguiti con straordinario impegno in ambito sportivo, organizzativo e promozionale, meritano di proseguire in serenità la loro attività, senza subire rallentamenti causati da atteggiamenti che appaiono ostruzionistici, di una parte delle dirigenza federale, motivati, sembrerebbe da ragioni di tipo politico ed elettorale, che non interessano ai nostri tesserati e che nulla hanno a che vedere con lo sport sul campo. La politica federale di questi anni ha portato al raggiungimento di obiettivi quantitativi e qualitativi che sono sotto gli occhi di tutti e che non hanno precedenti, con particolare riguardo alla costituzione, grazie ai nostri tecnici e istruttori, di un vivaio di giovani cavalieri altamente competitivi in campo internazionale, in tutte le categorie delle varie discipline».
«Se alcuni consiglieri federali – ha continuato Croce – ritengono di potere migliorare i programmi, già di successo, dell’attuale gestione sono invitati, ancora una volta, a presentare in Consiglio Federale proposte di carattere costruttivo, ovvero di esprimere nelle sedi istituzionali, in modo leale e democratico, il loro dissenso per le iniziative non condivise, partecipando alle riunioni di Consiglio e ottemperando quindi ai loro doveri conseguenti al mandato conferito dagli elettori. Non ritengo degna del nostro ambiente un’opposizione basata solo su atteggiamenti che sembrerebbero ostruzionistici. I consiglieri federali, che sembra vogliano esprimere il loro disaccordo con l’assenteismo, devono, a mio avviso, decidere se vi sia una possibilità di partecipare alla vita federale, ancorché in posizione critica, come più volte proposto dal sottoscritto, oppure porre fine a una situazione, per loro a dir poco imbarazzante, evitando di giustificare con motivazioni varie e diversificate la loro protratta assenza dai Consigli Federali ed esplicitare, quindi, in modo leale e democratico l’espressione di un dissenso totale, che consiste nell’esercitare il diritto di rassegnare le loro dimissioni dalle cariche federali».