Coraggio, applichiamo quella legge
sui delitti contro il sentimento degli animali...
PIA LUCIDI è docente di Etologia e Fisiologia Veterinaria presso l’Università degli Studi di Teramo e da annj si occupa, staremmo per dire “a tempo pieno”, di benessere animale con uno sguardo particolare a un animale che ci è molto caro: il cavallo.
“Studiare, o almeno cercare di individuare le sue emozioni, è un aspetto della ricerca che mi interessa particolarmente per motivi da un lato personali, dall’altro di tipo educativo – ci dice - Nella mia Facoltà, che pure è una delle più giovani in Italia, mi trovo spesso a dover discutere con i miei colleghi di “emozioni animali”, come se questo fosse ancora oggetto di scandalo, o comunque una materia non scientifica, messa in relazione a quell’antropomorfismo dilagante che spesso fa danno proprio agli animali che si pensa di tutelare. Purtroppo in alcuni Atenei non è ancora passato il triste periodo in cui chiunque si sentiva qualificato a parlare di Etologia senza aver seguito un percorso lungo, mirato e in continua evoluzione. E succede ancora, anche nel mio Ateneo ...
“L’Etologia Veterinaria ha sofferto per lungo tempo di una sorta di fardello culturale che gli proveniva da un percorso di tipo sanitario, inevitabilmente teso a valutare il benessere animale in funzione della produttività e della salubrità degli alimenti o, al limite, all’assenza di malattie. Oggi sappiamo che non è più così, che benessere non significa solo assenza di stress o sofferenza ma ricerca di fonti di piacere e questo è vero sia per l’uomo che per gli animali. Pertanto ritengo importante indicare come sia possibile valutare il benessere animale non solo individuando cosa fa star male il cavallo ma anche individuando scientificamente quali siano le emozioni positive: standardizzarne i risultati e farli diventare consigli pratici per chi di animali si occupa. Ho voluto enfatizzare proprio con i miei studenti e ricercatori, che sono così giovani, che l’Italia ha delle leggi ottime sul benessere animale e che basterebbe farle applicare per non vedere più situazioni disastrose come quelle che spesso costatiamo nelle scuderie e nei vari maneggi”.
CONSIDERAZIONI sulle quali è difficile non essere d’accordo. Eppure, pensando a come troppo spesso sono scuderizzati i cavalli viene da chiedersi quante siano in Italia le strutture idonee e in quante di queste sarebbe possibile impostare un allevamento in termini corretti….
“Certamente ci sarebbe tanto lavoro da fare, ma non è quello che facciamo tutte le volte che c’è una nuova legge? Quando venne fuori, a nostra protezione, l’obbligo di installare le cinture di sicurezza sulle automobili, non solo gli automobilisti si sono dovuti adeguare ma in poco tempo si è trasformata anche l’industria automobilistica, che ha iniziato a mettere in commercio automobili con cinture, airbag ecc.. Basta volerlo: potremmo dare una scadenza per la messa in regola delle strutture e decidere che in futuro nessuna struttura che ospiti animali dovrà più essere costruita se non è in grado di garantire livelli minimi di benessere previsti dalla legge”. %%newpage%%
So che di tutto questo si è parlato recentemente in un seminario sul benessere che si è tenuto all’Università di Messina . Che cosa ha detto ai giovani dottorandi?
“Ho parlato del “piacere”, cioè dello stato che l’animale sperimenta in seguito (o in anticipazione) ad uno stimolo in grado di fornirgli una emozione positiva. Ho cercato cioè di spiegare ai ragazzi che spesso la ricerca etologica si fonda sul concetto di “benessere come assenza di parametri di stress” e che invece possiamo cercare nuovi parametri che indichino la presenza di emozioni positive. Non è facile. La ricerca in veterinaria si muove ancora a piccolissimi passi, ma molto possiamo apprendere da quelli che sono i protocolli di studio delle emozioni nei bambini neonati o in età pre-verbale . Le basi neurobiologiche delle emozioni, anatomicamente organizzate nelle strutture del sistema limbico e attivate dal rilascio di endorfine, coincidono sempre con modificazioni comportamentali misurabili e ripetibili secondo i canoni dell’osservazione scientifica.
“LO STUDIO dell’espressione delle emozioni (vecchio quanto Darwin ma poco usato nelle scienze veterinarie, se non per le ricerche sulla posizione delle orecchie, dilatazione delle narici, posizione delle labbra del cavallo), delle analisi del contrasto positivo (emozioni positive in animali che hanno ricevuto un premio superiore alle loro aspettative) e del contrasto negativo (la frustrazione in animali che non hanno ricevuto il compenso che si aspettavano), della ricerca del piacere attraverso il gioco (un comportamento esagerato, ripetitivo e altamente soggettivo costantemente cercato e sollecitato quando l’animale ha soddisfatto i suoi bisogni primari) comune a puledri e cavalli adulti, del mantenimento/potenziamento delle abilità cognitive (al contrario il loro peggioramento in caso di stress, ad es. perdita di memoria), dell’aumento delle Immunoglobuline mucosali nella saliva ecc…
“Ho cercato di evidenziare che il piacere può essere provato scientificamente. Ma soprattutto che possiamo fare in modo che il cavallo ne possa fruire fornendogli un “ambiente arricchito”. Occorre dargli ciò di cui ha bisogno: un box pulito, una certa qualità del grooming e della gestione, la possibilità di poter sviluppare una vita sociale e di uscire senza dover necessariamente lavorare… Tutto questo non è, come si potrebbe pensare “qualcosa di speciale” è solamente fornire ai cavalli quello che prescrive la legge 189/04. Questa infatti punisce chi “detiene gli animali in condizioni incompatibili con la loro natura”. Come si vede la legge c’è e dice già quello che si deve controllare, basta applicarla. Tra l’altro e mi piace molto sottolinearlo, si intitola “Dei delitti contro il sentimento degli animali”, non è fantastico?
Ho voluto dare questi spunti a dei giovani ricercatori, perché spero di aver seminato almeno in qualcuno di loro un modo nuovo di vivere la ricerca”