Coppa delle Nazioni agli USA, Italia ottava e ultima
GLI STATI UNITI hanno vinto la Coppa delle Nazioni a Piazza di Siena con otto penalità di vantaggio sulla Francia. Al terzo posto si sono classificate ex aequo la Gran Bretagna e la Svizzera, a pari merito. Italia ottava e ultima dopo una prova da dimenticare al più presto.
I cavalieri americani hanno dimostrato ancora una volta che al momento buono sanno tirare fuori la grinta e la classe. Era successo nel 1959, nel 1983, nel 1989 e nel 1997 e stava per succedere anche un anno fa quando la Gran Bretagna soffiò la Coppa agli States solo con lo spareggio.Con tre “netti” degli americani al primo percorso, Snai ha rischiato di dover sborsare davvero i famosi 50.000 euro messi in palio quale superpremio per la squadra che si fosse aggiudicata la Coppa con zero penalità. La flessione di rendimento alla ripetizione c’è stata perché Lauren Hough e Laura Kraut si sono ritrovate con 8 e 4 penalità ma sono stati Ashlee Bond e Richard Spooner a mettere al sicuro il risultato (scongiurando lo spareggio con la Francia).
L’Italia ha concluso all’ottavo posto come era accaduto pochi giorni fa a La Baule in Francia nella prova di apertura della Meydan Fei Nations Cup ma lo stesso piazzamento stavolta ha avuto un sapore molto, ma molto più amaro.
1) Perché la Coppa delle Nazioni si è disputata a Piazza di Siena, culla dell’equitazione italiana,
2) Perché l’ammissione al secondo percorso è stata resa possibile solo per un cavillo regolamentare, ovvero una manciata di secondi (4”44/100) che ha giocato a sfavore della Svezia, e perché l'ammissione è comunque concessa dal regolamento alla Nazione ospitante
3) Perché il conteggio complessivo delle penalità accumulate dal quartetto azzurro nella Coppa “in casa” è stato pesantissimo. 53 più un ritiro (naturalmente, solo 36 penalità figurano quale punteggio di classifica dal momento che, come tutti sanno, in Coppa vengono scartate le due prestazioni peggiori di ogni Nazione).
Dulcis in fundo, la prestazione di Juan Carlos Garcia in sella ad Hamilton de Perhet. Se lo score dei suoi compagni di squadra (Chiaudani, Lucchetti e Martinengo Marquet) è stato a livello di una prevedibile mediocrità, sbalorditivo è stato proprio Juan Carlos Garcia con Hamilton de Perhet. E’ stato come se egli avesse montato due cavalli diversi: uno nervoso e ingovernabile alla prima uscita, un altro preciso come un orologio svizzero alla ripetizione. “Capita” è stato il laconico commento di Uberto Lupinetti capo del team italiano.
La Fise da anni sbandiera come uno slogan il fatto che nel salto ostacoli “i cavalieri buoni abbondano ma non ci sono i cavalli”. Ci sembra che risultati come quelli di La Baule e soprattutto di Piazza di Siena meriterebbero qualcosa di più di uno slogan, per esempio una immediata, approfondita riunione del consiglio federale FISE o di qualunque altro comitato tecnico in grado di capire il problema. Vantarsi di essere tornati tra le 10 Nazioni ammesse alla Meydan Fei Nations Cup (e quindi tra le 10 Nazioni più forti del mondo equestre) in queste condizioni può essere solo una fonte di altre brucianti delusioni.

L\'americana Laura Kraut in azione. Foto Stefano Grasso per cavallo 2000