Caro Tor di Valle....ti scrivo
Caro Tor Di Valle, mi ricordo i bei tempi, quelli di un euro piazzato e un euro vincente, quelli delle patatine fritte che uscivano a mezzanotte, quelli delle passeggiate intorno alla pista e delle carezze date di nascosto ai cavalli nelle scuderie. Ricordo il rumore delle mie dita sulla lunga ringhiera che percorrevo fino ad arrivare precisa in asse con l’arrivo. Ricordo l’emozione della dirittura, vista dal vivo e non in tv. Ricordo le urla e i fischi di chi aveva vinto e di chi aveva perso, le seggiole di legno della tribuna, i gradoni di cemento e le scale mobili che non prendevo mai. In questi giorni ti ho rivisto ma purtroppo non più brillante come nei ricordi fabbricati dagli occhi di una ragazzina ma in televisione, su internet, sui giornali e, non sei mai stato così vuoto e triste, così abbandonato, così maltrattato, non lo eri nemmeno quando, a causa delle sale scommesse, sempre meno persone venivano a trovarti. Nemmeno quando le amministrazioni ti abbandonavano per mancanza di fondi. Nemmeno quando il 30 gennaio 2013 hai chiuso i battenti e innumerevoli persone hanno perso il lavoro e molti altri un pezzo di cuore. Mai sei stato così dilaniato, degradato, rovinato. Ora sei una discarica abusiva, sei dei resti che cadono a pezzi ingrigiti come una di quelle città fantasma che si vedono nei film. Ora sei il nulla per chi ricorda com’eri un tempo, ora sei una visione straziante per chi, come me, ti ha come sfondo di momenti meravigliosi. Ma come se non bastasse, come si dice, oltre al danno anche la beffa. Mio caro Tor Di Valle adesso sei un luogo di interesse culturale perché qualcuno vuole buttarti giù per costruire uno stadio. Si, hai capito bene le tue tribune sono sotto la protezione dei beni culturali ma solo adesso che non ne rimane praticamente più nulla, quando erano piene e gonfie di spettatori, giornali e vita no, non ne erano degne. Adesso che sei il fantasma di te stesso bisogna proteggerti, ora che non hai più nulla sei prezioso. Ma tutto questo valore dove era nascosto quando hanno chiuso fuori dai cancelli migliaia di lavoratori disperati? Migliaia di cavalli? Quando hanno detto fine a uno degli ippodromi più grandi d’Europa? Nessuno fino a poco tempo fa ti ha dedicato attenzione. Il fatto è che in quel momento non eri una pista abbastanza bagnata per i giochi di potere, o forse mancato potere, e i trucchetti amministrativi. Adesso ti vorrebbero trasformare nello stadio della AS Roma, con soldi privati certo, ma la giunta capitolina non è favorevole. Io ci speravo non per interesse calcistico, non solo per i miglioramenti che potrebbe portare una grande opera alla viabilità, alla disoccupazione romana e in generale a una città sull’orlo di un tracollo che è già iniziato da tempo ma, soprattutto, perché è meglio non vederti più che vederti ridotto in questo stato. Io ti ricorderò sempre con gli occhi di una bambina, ragazza, che veniva a vedere le corse, che giocava qualche soldino dato dal nonno, che sceglieva il cavallo su cui puntare a seconda del nome che le piaceva di più o a come elegantemente sgambava in pista, che da te ha scoperto il suo grande amore per i cavalli guardando per serate intere quelli che riempivano le tue numerose scuderie. Ricorderò sempre la mia prima corsa di minitrotto, arrivai ultima con pepino, le mie vittorie e il mio secondo posto al Derby con Billy the Kid, un giro di quell'enorme pista con un pony è un'esperienza che non si scorda facilmente. L’odore della pizza al bar delle scuderie e quello di sigaro vicino ai televisori.
Mi devi perdonare caro Tor Di Valle ma vederti così non si può, la rabbia e il dolore diventano troppo forti, preferisco salutarti e accogliere qualcosa di nuovo che forse riuscirà, almeno in parte, a dare un senso a questa enorme offesa nei tuoi confronti e nei confronti di tutti quelli per cui sei stato casa, lavoro, tradizione e divertimento.