Cadeddu, l'attore che sognava di fare il fantino (e c'è riuscito)
MILANO. In Italia lo consideravano l'attore della fiction 'Un medico in famiglia. Così quando Michi Cadeddu, il Ciccio della serie televisiva interpretata anche da Lino Banfi, si è accostato al mondo dell'ippica, quella notorietà serviva a convincere i proprietari a fargli montare qualche purosangue. Poi quel mondo degli ippodromi che gli aveva aperto le porte nel periodo da cavaliere dilettante, le competizioni per gentlemen riders, passando al professionismo all'improvviso si chiuse verso quella star della tv che aveva la passione per montare in corsa. Le occasioni di salire in sella a un purosangue si ridussero vertiginosamente. Ma quella passione, ereditata dal padre Pietro, grandioso fantino d'ostacoli negli anni Ottanta - partner abituale del campione Luci a San Siro -, era ancora un fuoco intenso. Così nel 2013, appena terminata l'ennesima stagione della fiction, l'attore che sognava di fare il fantino scelse di lasciare l'Italia e di trasferirsi in Germania. Un apprendistato, il lavoro duro in scuderia, con alzatacce alle cinque e mezzo del mattino, poi i tanti sacrifici ripagati da un autentica scalata al successo.
Ecco che il 20 maggio scorso Michi Cadeddu ritorna a Milano e all'ippodromo di San Siro conquista con una cavalla tedesca le Oaks d'Italia, prova di rango internazionale di gruppo 2 per le femmine europee di tre anni. Non è un fuoco di paglia perchè domenica scorsa, 16 ottobre, il ventinovenne nato a Milano e che ora vive in Germania con Valentina, una veneziana diventata sua moglie cinque mesi fa, pochi giorni dopo il successo nelle Oaks, ha concesso il bis in un'altra corsa di gala.
Nel Gran Criterium di gruppo 2, vertice dei due anni sulla pista milanese, le sue braccia hanno portato al traguardo un puledro tedesco, Sharing Gold, erede di Wiener Walzer che ha allungato in progressione ai 350 e si è staccato da Bahamas, un due anni inglese montato dal totem di tutti i fantini, Lanfranco Dettori, tremila vittorie conquistate in 24 Paesi e una collezione di classiche che ha nel mirino quota 600. Michi, che in giugno è tornato a girare alcuni episodi di 'Un medico in famiglia, ha esultato alla maniera di Frankie, con il volo d’angelo, quel salto dal cavallo appena giunti al tondino del dissellaggio, che piace alla gente come un'impennata di Sagan o di Valentino sul traguardo di una corsa di ciclismo o del motomondiale. Il pubblico di San Siro, ben novemila spettatori in una splendida giornata di sole dove musica e street food hanno allietato il pomeriggio, ha applaudito calorosamente quello che l'ippica italiana, facendoselo scappare,aveva erroneamente valutato come solo un attore cui si poteva concedere soltanto qualche monta sporadica nei palinsesti di ippodromi con sempre meno corse e meno cavalli.
Michi si è concesso nel dopocorsa, prima di ritirare coppe e targhe, alle interviste di tv e quotidiani: " “Tornare a Milano e gareggiare in un gruppo 2 con quello che è sempre stato il mio idolo, Frankie Dettori, e altri grandi fantini come Dario Vargiu e Cristian Demuro è sempre un piacere. Oggi ho vinto con questo puledro che a casa non aveva mostrato il suo valore. Ai 350 finali stava galoppando facile su questo terreno complicato per un due anni e non avevo ancora usato la frusta. Tuttavia, non sapevo che cosa Sharing Gold aveva ancora da dare. In Germania aveva vinto di misura in maiden - una corsa per cavalli non vincitori - mostrando di essere ancora soggetto verde, tutto da inquadrare. Invece, è stato fantastico, quando l’ho chiamato ha risposto allungando con determinazione, l'ho sostenuto a braccia e siamo andati verso il traguardo. Mi sono girato per un attimo e ho controllato la posizione del cavallo di dettori, ho visto che non aveva piu' tempo per ridurre il gap e a quel punto ho capito che potevamo davvero vincere".
Michi, quanto ti è costato lasciare l'Italia e proseguire l'attività all'estero? "Sai in Italia ho avuto solo spazio quando ero dilettante e dei proprietari mi facevano montare qualche cavallo nelle corse gentlemen perchè attorno a me c'era anche l'interesse mediatico della fiction, un pizzico di ritorno anche per chi investe acquistando i cavalli e li fa correre negli ippodromi. Poi è arrivata la crisi e quando sono passato professionista, forse non mi hanno visto con un presente da fantino e non ho trovato piu' spazio. Così con Valentina, che con me condivide la passione per i cavalli e che è diventata mia moglie, adesso abbiamo una scuderia in Germania, facciamo tanti sacrifici, ci alziamo presto al mattino, dobbiamo seguire e allenare alcuni cavalli nostri e poi ci sono le monte in lavoro e in corsa per i purosangue delle scuderie che mi ingaggiano. La Germania mi ha dato fiducia, per loro sono un fantino. Io non credo di essere a livello dei migliori, ma prendo sul serio questa professione così che quando arrivano come domenica a Milano soddisfazioni come questa vittoria importante, un altro gruppo 2, battendo Dettori, con un cavallo partito dalla Germania, che ha fatto migliaia di chilometri per arrivare a Milano e vincere, è qualcosa di meraviglioso che ti ripaga dei tanti sacrifici. E poi si torna a casa, è sempre bello".
Squilla il telefono ed è papà Pietro che si complimenta. Quel figlio ha fatto qualcosa che lui non sapeva fare, vincere i gran premi nelle corse in piano e lui, che quando era il jockey di una grande scuderia in ostacoli, a Merano si portava dietro negli allenamenti Michi ancora ragazzino facendolo salre su un cavallo che saltava le siepi a fianco del suo, può esserne orgoglioso. "Lo tenevamo nascosto alla mamma, era il nostro segreto, mio e di papà",conclude sorridendo l'attore che sognava di fare il fantino.