Arc de Triomphe. Sorpresa di Found, impresa di O'Brien
CHANTILLY. L’Arc di scena a Chantilly consegna all’Irlanda la settima vittoria nel confronto del galoppo internazionale sul miglio e mezzo. Merito della femmina Found che con una monta stratosferica di Ryan Moore, che ruba il tempo a metà retta, succede agli altri purosangue dell’Isola verde nel libro d’oro della splendida corsa d’autunno. Aveva aperto la lista Ballymoss nel 1958, quindi la doppietta di Alleged (1977-1978), il volo di Sinndar nel 2000, quindi ancora la bandiera arancione bianco e verde che sventola a Parigi nel 2007 con Dylan Thomas, prima della fantastica affermazione di Sea the Stars nel 2009.
L’Arc 2016 è materia per le statistiche con Aidan O’Brien al suo secondo Arc (primo sigillo con Dylan Thomas) che sella i primi tre dell’ordine d’arrivo. Secondo trionfo nel gruppo 1 per tre anni ed oltre nato nel 1920 anche per il fantino Ryan Moore, sempre piu’ una cravache da grandi corse. Il triplete irlandese si declina con nel ruolo di winner Found, una perdente di successo con la sua fama di piazzata di classiche a ripetizione, ma capace di tirar fuori dal cilindro una ‘over performance’ nel giorno che conta; aggiunge come secondo elemento il quattro anni Highland Reel, costante a buon livello nella stagione, per completarsi con la carta di Lanfranco Dettori, quell’Order Of St. George che finora aveva un profilo di ‘cavallo da Coppe’, il che non depone a favore del valore tecnico/qualitativo di questa edizione dell’Arc dove sostanzialmente hanno clamorosamente fallito i favoriti.
Postponed, montato dal nostro Andrea Atzeni, non ha cambiato mai marcia nonostante il venticinquenne jockey nato in Sardegna l’avesse portato a tiro dei primi al momento giusto. E’ solo quinto, battendo solo in foto il cavallo di Cristian Demuro, in un derby dei fantini tricolori alla fine vinto inutilmente (perché non aggiorna lo score dei successi dei jockey ‘azzurri’ nell’Arc, che restano nove) da Frankie, con quel terzo posto maturato fin dalla sgabbiata quando la scelta della corsia in mezzo alla pista gli ha fatto guadagnare la posizione ideale. Sono finiti nel cestino anche i tanti ticket che i fans nipponici di Makahiki avevano fatto stampare dalle macchine del PMU, così da spingerlo favorito in chiusura di gioco. Il vincitore del Derby giapponese è finito malinconicamente al penultimo posto. Una corsa che se non ha fatto impazzire i puristi, gli innamorati del rating e anche delle valutazioni all time del purosangue, ma che ha dato tanto materiale per gli amanti dei numeri. Oltre alla tripletta di O’Brien c’è anche quella di Galileo, un sire straordinario i cui rampolli hanno occupato tutti e tre i gradini del podio.