Arc a Parigi, Dettori e Golden Horn vogliono sbalordire
Arc de Triomphe senza storia, almeno nelle apparenze, una cavalla lanciata verso il tris che segnerà la storia e gli altri con un sogno ritenuto impossibile: mettere alle corde Treve, bloccarla nella sua ascesa vertiginosa verso l'Olimpo del galoppo mondiale e smentire il pronostico tutto dalla sua parte. Lei, per la verità, nell'Olimpo ha già fatto il suo ingresso a vele spiegate un anno fa quando tutti la davano per finita, un'atleta senza più risorse, si credeva, spenta e irriconoscibile solo qualche settimana prima nel Vermeille e poi risorta dalle proprie ceneri, tornata grande e invincibile nella corsa più ambita e prestigiosa del galoppo francese. Treve femmina dal carattere forte, dalla qualità eccelsa, dai recuperi imprevedibili, capace di far dimenticare i momenti bui della sua carriera, non molti ad essere sinceri, rimuovendoli dalla memoria degli appassionati con esibizioni impetuose e piene di slancio, come nei due ultimi Arc, siglati con straordinario ardore e piglio agonistico. Un destino, il suo, carico di gloria che l'accompagna di continuo e non l'abbandona nemmeno ora assegnandole un numero di steccato, l'8, decisamente più vantaggioso rispetto a quello di Golden Horn, il 14, che sembra condannare il cavallo di Dettori, poiché soltanto Treve nelle 11 edizioni più recenti ha saputo fare centro con una posizione di gabbia superiore all'8. Dettori tuttavia non si crea problemi, lui sa come muoversi e come agire sul tracciato di Longchamp, ha vinto altre volte questa corsa affascinante e se Golden Horn sarà lo stesso di Epsom, pieno di grinta e volontà, anche Treve dovrà fare i conti con lui. Criquette Head Mareek e John Gosden, trainer dei due favoriti, confidano nei loro pupilli, danno poco valore a gran parte del campo, su 18 almeno 10 sono lì per fare numero, quello che conta è azzeccare le mosse vincenti: per Treve mantenersi in posizione di sparo e allungare come una furia in retta, per Golden Horn farsi avanti con prudenza incrementando il suo passo come a Epsom nella giornata più viva e splendente della sua carriera.
New Bay tra i papabili ci sta anche lui e Fabre, il suo preparatore, non fa mistero di avere una chance importante nell'Arc. “Segue qualsiasi andatura e alla fine piazza la botta con estrema violenza – ammette Andrè -. Speriamo che in ultimo arrivi a lottare per la vittoria evidenziando come a Chantilly la sua qualità davvero super”. Khalid Abdullah, proprietario del cavallo, con tante mete folgoranti nell'Arc, Dancing Brave su tutti, ha però un'altra carta da giocare nemmeno poi così trascurabile in Flintshire, vittorioso nelle Sword Dancer Stakes di Saratoga, battuto unicamente da Treve nel G.P. de Saint Cloud, a segno nell'Hong Kong Vase, e ancora al seguito della favoritissima di Criquette dodici mesi or sono proprio nel vertice parigino che lo avrà di nuovo protagonista tra poche ore.
Ma il duello più atteso rimane quello che mette di fronte sul Bois de Boulogne, Treve e Golden Horn, col britannico non più incisivo dopo il Blue Ribbon e con molto da farsi perdonare nelle Juddmonte, trafitto dall'outsider Arabian Queen, e nelle Champion irlandesi, tenuto a galla da steward di manica larga, incapaci di spedirlo dietro la lavagna dopo un finale caotico che in qualsiasi altra parte del mondo avrebbe portato alla retrocessione. Golden Horn è l'unico però che può infrangere il sogno di Treve, la distanza dei 2400 che torna per lui ottimale, gli ultimi galoppi carichi di speranza, e in sella Frankie, che di Longchamp conosce ogni piega e ogni insidia e sarà lui la vera forza del figlio di Cape Cross. Vengono poi l'irlandese Trapestry, al secondo tentativo nell'Arc (13a nel 2014) punta di Aidan O'Brien, e Found che sulla pista parigina ha già fatto scintille nel Marcel Boussac.