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  • Antitrust, una spina nel fianco per la FISE
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  • 15/02/2008

Antitrust, una spina nel fianco per la FISE

ANDREA PAULGROSS, avvocato e vice presidente della Fise, ha inviato ai Consiglieri, al Segretario Generale, alla Consulta e ai presidenti dei Comitati Regionali della Federazione Italiana Sport Equestri la seguente lettera sulla vertenza in atto tra la Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e la Fise stessa:

“Egregi Signori,
dopo la riflessione che Vi ho inoltrata sul tema “Posta pay”, aggiungo una nota su un altro argomento, ampiamente dibattuto in sede di Consiglio del 5 febbraio 2008, riguardante il procedimento promosso da Federitalia nei confronti della Federazione e pendente avanti la Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato da Federitalia nei confronti della F.I.S.E..
La questione mi pare di estrema importanza, ma non mi pare che il tema sia stato discusso in Consiglio con la necessaria attenzione.
Per maggiore chiarezza, pertanto, voglio prima ripercorrere sinteticamente lo svolgimento del procedimento e la sua attuale fase; e poi fare una mia considerazione su come la Fise ha gestito questa situazione.

COME GIA’ VISTO negli atti prodotti avanti il Consiglio Federale e rinvenibili anche su numerosi siti di informazione, nella prima adunanza che si è tenuta il 19 luglio 2007, la Autorità Garante, tra le altre cose, sosteneva:
“… Nel caso in esame, per quanto attiene alla natura di associazione di imprese della FISE, alcune disposizioni del suo Statuto appaiono finalizzate a chiudere il mercato equestre sia a nuovi soggetti entranti sia a quelli in esso già operanti, nella parte in cui impedisce ai propri affiliati e tesserati, pena l'applicazione di sanzioni disciplinari e la successiva esclusione dalla federazione stessa, di aderire " ad altra associazione od ente nazionale che svolga attività ludica o sportiva nel campo degli sport equestri " [Vd in merito gli artt. 4, comma 3 ("Affiliazione") e 5, comma 4, ("Doveri degli affiliati") dello Statuto FISE.] .
Tale previsione regolamentare, infatti, ove funzionalmente coordinata con quanto stabilito dallo stesso Statuto in merito al fatto che la FISE è la sola competente a " disciplinare l'attività equestre in Italia in tutte le sue espressioni formative, agonistiche, ludiche e addestrative, con particolare riguardo allo sottoelencate discipline, che vengono riportate a livello indicativo e non esaustivo", esclude di fatto dal mercato interessato gli operatori concorrenti, incidendo anche sulla posizione soggettiva dei singoli associati [Con riferimento a tale Statuto, approvato in data 20 settembre 2004, si evidenzia che l'Autorità, con la segnalazione AS/317 del 19 ottobre 2005, ne ha esplicitamente contestato la sproporzione rispetto alle finalità che esso si prefigge…..
A seguito di tale segnalazione, non è stata tuttavia apportata alcuna modifica al suddetto Statuto.] .
Questi ultimi, in particolare, in base ad un vincolo di esclusiva che non trova alcuna ragionevole giustificazione in base al c.d. principio di proporzionalità, si trovano di fatto obbligati a dover necessariamente scegliere fra l'adesione alla FISE e quella ad altre associazioni del settore ippico; e ciò non solo con riferimento alle sole discipline di carattere olimpico, ma anche in occasione di tutte le attività ludico-ricreative-riabilitative che richiedano la presenza di cavalli (nello Statuto, si fa riferimento, ad esempio, alle "attività equestri di tradizione e rassegne", al "turismo equestre" ed all'ippoterapia).%%newpage%%

“LE SUINDICATE NORME STATUTARIE, giuridicamente inquadrabili sotto il profilo concorrenziale come delibere di un'associazione di imprese, producono quindi un effetto di foreclosure privo di alcuna giustificazione, destinato, attraverso norme statutarie vincolanti per i propri tesserati, a chiudere tutto il mercato equestre sia a nuovi soggetti entranti sia a quelli in esso già operanti, come peraltro appare confermato dalle numerose segnalazioni e testimonianze in esame. …..
L'esercizio dei poteri regolatori della FISE, infatti, incidendo indirettamente sulle attività di altri operatori nel settore equestre anche non prettamente olimpico, possono aver comportato un notevole ridimensionamento, se non una definitiva esclusione dal relativo mercato, delle associazioni non affiliate alla FISE, essendo peraltro frequentemente accompagnate da altre condotte abusive - asseverate e sostenute, come visto in precedenza, da prese di posizione ufficiali dello stesso presidente federale su riviste di settore - nei confronti di tutti gli operatori interessati alle attività equestri.
A quest'ultimo proposito, si evidenzia che dalle contestazioni dell'associazione segnalante, complessivamente confermate dagli operatori concorrenti, appare emergere una serie di comportamenti abusivi realizzati dalla FISE allo scopo di estromettere tutte le associazioni e/o gli enti attivi nel settore equestre non affiliati alla FISE……….
In conclusione, la FISE, anche in forza del potere di mercato conferitole dal suo ruolo "istituzionale", appare aver abusato dei suoi poteri regolatori in ambito federale, impedendo, senza alcuna giustificazione di carattere strettamente sportivo, lo svolgimento di manifestazioni ed attività equestri attraverso condotte di natura escludente, realizzate sia in forma diretta sia in forma indiretta nei confronti di tali soggetti.
Ciò premesso concludeva
… RITENUTO, pertanto, che le condotte segnalate possano configurare un'intesa restrittiva della concorrenza e/o un abuso di posizione dominante, ai sensi degli articoli 81 e/o 82 del Trattato CE;
DELIBERA
a) di avviare un'istruttoria, ai sensi dell'articolo 14 della legge n. 287/90, nei confronti della Federazione Italiana Sport Equestri per accertare l'esistenza di violazioni degli artt. 81 e/o 82 del Trattato CE;
b) la fissazione del termine di giorni trenta, decorrente dalla data di notificazione del presente provvedimento, per l'esercizio da parte dei legali rappresentanti della Parte del diritto di essere sentiti, personalmente o a mezzo di procuratore speciale, precisando che la richiesta di audizione dovrà pervenire alla Direzione Industria e Servizi di questa Autorità almeno sette giorni prima della scadenza del termine sopra indicato;
…
e) che il procedimento deve concludersi entro il 31 maggio 2008”.

SUCCESSIVAMENTE, prima in data 24 ottobre 2007 e quindi in data 21 dicembre 2007, secondo quanto richiesto da questo procedimento, la Fise ha presentato impegni che prevedevano:
in riferimento all’esclusiva sulla “disciplina” delle attività ludiche prevista dall’art. 1.2 dello Statuto Federale, la Fise si impegna a modificare tale norma statutaria in occasione della prima assemblea utile successiva all’approvazione degli impegni;
la Fise si impegna a modificare l’art. 17, comma 2, delle Norme di Attuazione dello Statuto, prevedendo che esso consenta a tutti i tesserati Fise, indipendentemente dal tipo di patente o brevetto posseduti, di tesserarsi liberamente ad altri Enti e/o associazioni attive nel mondo delle attività equestri di natura ludica e di partecipare liberamente alle attività di natura ludica organizzate da tali enti e/o associazioni;
la Fise si impegna a consentire ai propri affiliati di stipulare degli accordi con altri enti ed associazioni aventi ad oggetto l’utilizzo dei propri impianti, al fine di organizzare e svolgere manifestazioni equestri di natura ludica, tramite un’apposita convenzione quadro tra la Fise e tali enti o associazioni, che stabilisca requisiti minimi di sicurezza.

QUESTE ULTIME proposte rappresentano ad oggi la posizione della Fise.
Ma il procedimento non è concluso. L’Autorità Garante, come da delibera del 10 gennaio 2008, proprio in queste settimane, sta ricevendo le osservazioni che possono pervenire sia da Federitalia che da terzi interessati. All’esito di tali note l’Autorità adotterà una pronuncia che dovrà essere applicata dalla Federazione.%%newpage%%

SINCERAMENTE, come detto, mi pare che la situazione sia molto seria se non addirittura grave.
La conclusione della esposta vicenda legale può condurre ad un revisione profonda degli assetti della nostra federazione, che riguarderà in particolare i limiti della propria azione, la capacità di intervento nelle varie aree e, di conseguenza, ciò che più conta, la vita economica dei centri affiliati.
Ma detto ciò sul merito del procedimento cui è sottoposta la Federazione, ritengo necessario sottolineare, oggi come ieri, un punto che ha a che fare con le modalità con cui è stata decisa la posizione assunta dalla Federazione nel procedimento davanti all’Autorità.
Cercherò di essere chiaro: non condivido né poco né tanto che la Federazione si presenti ad un appuntamento così importante, come un procedimento quale quello pendente avanti l’Autorità Garante, senza che la posizione da assumere venga dibattuta, discussa e messa ai voti in Consiglio.
Dopo l’inizio del procedimento davanti all’Autorità, il Consiglio Federale è stato riunito il 30 ottobre, il 7 novembre, il 20 dicembre, ed infine il 5 febbraio. In tutte queste occasioni non è stata portata da parte del presidente all’attenzione del Consiglio una sola delibera al riguardo.
Non mi pare affatto saggio che la gestione di questa situazione così importante e vitale per la nostra federazione venga semplicemente delegata al presidente senza una delibera di incarico e senza che tutti insieme abbiamo discusso la strategia e la condotta migliori nell’interesse della federazione e dei centri affiliati che rappresentiamo.
Anche di questo, proprio per la evidente vastità delle  implicazioni anche economiche che decisioni su questa materia hanno sulla vita dei nostri centri affiliati, ho cercato di parlare, insieme ad alcuni altri consiglieri, all’ultima riunione del 5 febbraio.

MA IL PRESIDENTE, anche in questo caso, ha sostenuto che il procedimento si sta concludendo in modo tale che, addirittura, la posizione della federazione ne uscirà migliorata rispetto a quella di oggi.
Personalmente, non sono affatto sicuro che le rassicurazioni che il presidente ha inteso fornire in questa occasione siano condivisibili.
Al riguardo, anche per spiegare meglio le mie perplesstà, faccio riferimento a due circostanze che riguardano da vicino proprio questa situazione: la prima è la decisione del Consiglio di Stato che l’anno passato ha condannato la Federazione nel procedimento promosso dall’Ante. Mi ricordo cosa sosteneva, anche in quel caso, il presidente. La seconda é la risposta di due associazioni alla lettera a firma del presidente pubblicata sul sito della Fise in data 1 febbraio con il titolo “Lettera del Presidente a Fitetrec Ante e Aipac”; in detta  risposta vengono riassunte in modo molto difforme sia le ragioni di un incontro che si era tenuto il 15 gennaio tra queste due associazioni e il presidente, sia l’esito di detto incontro.
Non mi paiono esempi di buon auspicio.
In buona sostanza, non mi pare che la situazione, per come è stata rappresentata sia sufficientemente chiara.
Resto, pertanto, in attesa di un approfondito chiarimento per la prossima riunione di Consiglio.


ANDREA PAULGROSS


                                                                

 

 

 

 



 

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