Amarcord. Domenica Merano ricorda Chivas Regal
MERANO. Maia è pista sempre attenta alla cultura, alla tradizione dell'ostacolismo con i suoi eroi, cavalli, fantini e allenatori. Domenica prossima Merano ricorda Chivas Regal, il campione del Gran Premio del 1974. Lo fa con una listed in siepi per cinque anni ed oltre sui 3500 metri della pista in otto.
Chivas Regal, che correva con i colori della pisana Razza Vallelunga (giubba bianco e verde), era allenato da Federico Regoli e montato da Giuseppe Morazzoni, che fu anche il grande fantino di Adamello. Figlio dell'inglese Aggressor e della francese Cantora, una cavalla specializzata nel produrre ottimi cavalli da ostacoli, comprato dall'allevamento Alpe Ravetta da Harry Bracci Torsi per la sua scuderia, Chivas debuttò, dopo alcune corse in piano, in siepi a Merano il 12 settembre 1971, poi fece la sua ricomparsa all'ippodromo di San Rossore il 13 febbraio 1972 vincendo una corsa siepi di 3000 metri per cinque lunghezze. In seguito si specializzò sullo steeple-chase e corse le maggiori corse ad ostacoli risultando imbattuto.
Nel 1972 approdò da favorito al Gran Premio di Merano. Al talus il francese Shako, rientrando nel percorso dopo uno svarione, gli andò addosso coinvolgendolo nella caduta. Sfumò così amaramente il sogno di vittoria di Chivas Regal nell'edizione vinta da Whispin, montato da un gentleman rider, Andrea Donati. Regoli e Morazzoni prepararono sui corridoi dei percorsi in siepi pisani la rivincita del figlio di Aggressor.
La sua classe illuminò la scena di Maia nell'edizione del 1974. Sono trascorsi cinquant'anni da quel successo. Era il 29 settembre e la conca di Merano si presentava sotto un cielo grigio e in una cornice inconsueta di montagne dalle cime coperte di neve.
Tredici cavalli si presentarono agli ordini dello starter in quel Gran Premio che oltre al campione della Razza Vallelunga vedeva al via diversi francesi, King Tady e Analza i più quotati e anche il vecchio intramontabile Cogne, la leggenda di Maia che a sedici anni, con la giubba celeste e rossa della scuderia Aurora e la monta del fido Sandro Mattei, tentava ancora di stupire la gente accorsa numerosa sulle tribune - 14 mila spettatori.
Quando lo speaker pronunciò il fatidico 'Sono partiti i cavalli del Gran Premio Merano' i francesi si portarono subito in avanti, con sulle loro tracce un Chivas Regal concentrato e deciso a non regalare metri fin dalle prime fasi di gara. Cogne, come suo solito, galoppava e saltava nelle posizioni di retroguardia. Era un meraviglioso interprete della corsa all'attesa. I primi mille metri trascorsero senza variazioni nello schema, tutti i concorrenti saltarono senza sbavature un ostacolo impegnativo come la fence e tutti bene anche sulla riviera. All'oxer ci fu il primo colpo di scena, la caduta del francese Red Square e del grigio neozelandese Jenisei, che lo seguiva da vicino.
A quel punto il francese King Tady, tallonato da Chivas Regal, indicava la strada ai compagni di viaggio, conducendo a ritmo costante, mentre in terza posizione galoppava Analza. Davanti all'ultimo passaggio davanti alle tribune i tre erano praticamente in linea mentre dalle retrovie avanzava, con bella azione, Mile Zero, importazione francese della scuderia Lady M. Si affrontava al curva di Marlengo per dirigersi sul rettilineo opposto con King Tady e Chivas Regal in aperto dibattito.
Sulla curva finale l'allievo di Federico Regoli, spinto a braccia da Morazzoni, passava in vantaggio mentre dietro Mile Zero raggiungeva Analza. La dirittura d'arrivo vedeva Chivas Regal staccarsi nettamente dai rivali, affrontare con ampio margine la siepe davanti alle tribune e controllare nel tratto piano conclusivo. Distacco abissale, dieci lunghezze, tra il campione vestito di bianco verde e i rivali di giornata, con King Tady che conquistava il posto d'onore mentre Mile Zero era terzo.
La dirittura d'arrivo, con il discorso vittoria già chiuso a traguardo lontano, aveva però offerto ugualmente un'emozione intensa al pubblico di Maia: il vecchio commovente Cogne, al suo ultimo tentativo nel Gran Premio, aveva inscenato uno straordinario finale, rimontando dalla coda del gruppo e andando a conquistare il quarto posto. Applausi scroscianti al rientro per il campione della scuderia Aurora, addirittura un entusiasmo del pubblico superiore a quello che pochi istanti prima aveva salutato il rientro del vincitore. Era il fascino senza tempo del vecchio eroe di Maia, un campionissimo di generosità, entrato nel cuore della gente, la bandiera immortale del Gran Premio Merano.
Fu la Gazzetta dello Sport, il giorno dopo, a dare il giusto merito all'impresa di Chivas Regal titolando in prima pagina "Chivas stravince il 'Merano'.
Domenica l'ippodromo di Maia ricorda con una bella prova in siepi il vincitore del Gran Premio del 1974.