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C’è sempre una prima volta, recita un vecchio detto, e così è stato anche per questo corso di formazione professionale che, per la prima volta appunto almeno in Toscana, l’Ordine dei Giornalisti ha dedicato alla comunicazione sulle tematiche del vasto mondo del cavallo.
Tra poco si parte per una nuova avventura! Questo il messaggio che si respira a Terre Brune, il centro equestre che si trova a Coltano, vicino a Pisa, dove si allena e tiene i suoi cavalli la campionessa di paradressage Sara Morganti.
Fieracavalli è un appuntamento a cui non si può proprio mancare. Si possono fare commenti, critiche, paragoni con il passato, formulare proiezioni per il futuro, ma, alla fine, non si può non andare. E l’emozione che si prova è sempre la stessa
Dalla nostra inviata. Soffia un vento incessante tra i campi dell’Equestrian Center di Arezzo. 118.000 metri quadrati dedicati all'equitazione che in questo momento ospitano il Toscana Tour, evento internazionale di salto ostacoli. Soffia un vento carico di emozioni che, sferzando tra le quattro arene (Boccaccio, Petrarca, Dante e Vasari) dove si svolgono le gare, ci racconta un mondo: il mondo di chi ama i cavalli. Quale migliore contesto per presentare la nuova edizione, la 124a, di Fieracavalli?
Quando sentiamo parlare di trekking subito pensiamo a un robusto destriero, a una comoda sella e via, tra boschi e colline! Oggi invece parliamo di un altro animale che non solo è in grado di regalare bellissime passeggiate agli umani che lo scelgano come compagno di escursioni, ma con la sua dolcezza si è rivelato anche un ottimo terapeuta per le persone più fragili con bisogni speciali.
Sabato 19 e domenica 20 marzo si è svolto presso Equestrian Center di Arezzo uno special event dedicato alla monta da lavoro tradizionale e addestramento classico, organizzata da Fitetrec Ante, con il comitato organizzatore ASD Equilandia, in collaborazione con WEI (Working Equitation Italy), presieduta da Tiberio Zingoni, referente toscano per questa disciplina e per l’organizzazione dell’evento.
Quando con Maria Lucia Galli abbiamo pensato al nome per questa rubrica senz’altro, e senza alcun dubbio, avevamo in mente una precisa “specie” di compagni di scuderia: i cani.
Fedele alla linea, dunque, ho sempre messo al centro dei miei articoli, interviste e approfondimenti il “migliore amico dell’uomo”, immaginandolo al suo fianco anche quando lo trascura per dedicare maggiore attenzione all’altro animale prediletto: l’ingombrante quadrupede, che lascia spesso poco spazio al povero compagno che si vede costretto ad attendere momenti migliori, miseramente relegato al secondo posto.
Imbattuto nelle sedici corse disputate, anche a livello internazionale, dal 1954 al 1956, Ribot è stato considerato da molti, per la potenza dei suoi mezzi, il cavallo più importante del XX secolo.
Ribot nacque in Inghilterra, a Newmarket per la precisione, il 27 febbraio del 1952, suo padre eraTenerani, madre Romanella. Era di proprietà della scuderia Razza Dormello Olgiata che apparteneva allora a Federico Tesio, allevatore e allenatore, e al marchese Mario Incisa della Rocchetta, che ne era diventato socio nel 1932.