WEG. A troppi cavalieri zero in condotta
La fisiologia di un cavallo non è molto diversa da quella di un uomo e detta le regole alle quali deve attenersi chiunque ha la pretesa di essere l’attore (o l’attrice) di uno spettacolo sportivo.
I muscoli devono essere allenati a funzionare in ogni condizione, aerobica ed anaerobica. Quando si supera la soglia aerobica l’accumulo di lattato e quindi la fatica sopravviene rapidamente. Bisogna quindi garantire al cavallo l’ossigeno necessario per non superare la soglia. Attraverso l’allenamento si insegna al cavallo ad ossigenarsi: si ottiene soprattutto praticando l’interval-training che insegna al cavallo ad accorciare il tempo di recupero fino a ridurlo ad una semplice apertura della cassa toracica. Il minimo consumo di ossigeno si ottiene attraverso un riscaldamento graduale della muscolatura, evitando ogni forma di eccitazione o cambiamento repentino. Quando il cavallo deve compiere sforzi multipli bisogna sempre concedergli la possibilità del recupero. In definitiva, il buon cavaliere deve saper ascoltare il proprio cavallo, lasciarlo scorrere quando manifesta freschezza, essere paziente quando è in fase di recupero: questa capacità di ascolto si sviluppa durante l’allenamento che dovrebbe essere svolto anche in compagnia. Negli anni della mia formazione equestre queste nozioni facevano parte del bagaglio normale degli istruttori. Vedendo il cross-country dei mondiali di Normandia sembra che non sia più così. Ho visto tanti cavalieri partire “sparati” senza alcuna considerazione per il riscaldamento del cavallo che, quindi, superava presto la soglia aerobica. Moltissimi cavalieri, la maggioranza, sollecitare con ogni mezzo il loro cavallo, magari in salita, perché aveva “perso tempo” saltando una combinazione multipla. Spesso ho visto contenere i cavalli in discesa e sollecitarli in salita quando bisogna, evidentemente, fare il contrario. Inoltre, l’addestramento serve anche per abituare il cavallo a rispondere agli aiuti, soprattutto le gambe ed il peso del corpo. L’uso di altri aiuti, più o meno scomposti, ha un effetto negativo sulla respirazione dell’atleta cavallo. I nostri istruttori insegnavano che in campagna non si spinge mai: se il cavallo non galoppa significa che non è in avanti (“Il cavallo in avanti”). Ieri un commentatore ha definito “sulle spalle” l’unico cavallo veramente in avanti. L’americano Dutton è stato eliminato perché il suo cavallo era talmente cotto che si è sdraiato su di un ostacolo: queste situazioni non possono essere parte di un campionato sportivo ma sono invece di competenza delle associazioni per la protezione degli animali. Il percorso non mi ha entusiasmato: troppi ostacoli artificiali e troppe combinazioni multiple che obbligavano i cavalli ad interrompere la loro azione: molto meglio le difficoltà tecniche di Badminton anche perché ben inserite nella campagna inglese.
Per fortuna mi ha rallegrato vedere con quale sensibilità ha montato l’amazzone K. Donckers, ed anche il nostro G. Ugolotti che ha un cavallo ben preparato. Per concludere, mi sembra che il completo moderno non è facile da gestire anche perché, come ha dichiarato A. Nicholson, oggi deve costituire uno spettacolo per il pubblico e per la televisione. Quello che abbiamo visto ieri, speriamo di non doverlo vedere mai più!