Quando i cavalli erano... ottimi postini
BASTA LEGGERE lo snello e pregevole volumetto dell’autorevole storico-archeologo Romolo A. Staccioli “Strade romane” per comprendere come uno dei segreti alla base della riuscita e, soprattutto, della durata dell’impero romano fosse costituito dall’essersi dotato di un efficientissimo sistema viario(pensate,oltre 80.000 Km.con tratti originari tuttora percorribili!).
Il fatto di poter contare su strade ramificate in tutte le province imperiali consentiva ai Romani di tenere sotto stretto e costante controllo eventuali sommosse,possibili invasioni dei barbari, comportamenti corrotti dei governatori locali nonché il trasporto dei tributi annuali.
Tutto questo, peraltro, non si sarebbe potuto realizzare senza il decisivo apporto dei cavalli-postini!
Infatti,come ci informa lo scrittore di lingua greca Procopio (VI sec.d.C) nelle “Storie segrete”(ed. BUR:XXX,1-11), durante larga parte dell’impero romano esisteva un servizio postale pubblico davvero ben organizzato ed efficiente!
Il “cursus publicus”(una tantum,una citazione in latino) prevedeva, in pratica, lungo l’itinerario percorribile in una giornata a passo spedito di marcia, da cinque ad otto stazioni intermedie di sosta, dove i messaggeri potevano rifocillarsi e, soprattutto, cambiare cavallo.
In ogni stazione-racconta ancora Procopio-venivano alloggiati non meno di quaranta cavalli,assistiti da un numero proporzionale di stallieri.
In tal modo, i messi potevano montare sempre cavalli freschi,riuscendo a svolgere il servizio di posta con rapidità e puntualità (anche in un solo giorno,si percorreva il cammino di dieci!).
Non devono,pertanto,meravigliare le aspre critiche rivolte da Procopio all’imperatore Giustiniano per aver soppresso, nell’Impero romano d’Oriente,alcune tratte del servizio postale pubblico e,più in generale,per aver drasticamente ridimensionato lo stesso, privilegiando il tragitto via mare ben più pericoloso:con la pesante conseguenza che le notizie finirono per arrivare a fatica e,comunque,in netto ritardo rispetto al passato!
In conclusione,volendo trarre la morale dalla storia, è proprio il caso di scriverlo “alla romana”-“aridatece i cavalli”!