Pratoni del Vivaro, un mistero in perdita
CARTO DIRETTORE, lo sviluppo dei sistemi di comunicazione permette oggi di riunire con facilità gruppi di persone anche molto numerose: questo deve aver dato alla testa di molti perché, certo, l’unione fa la forza ed il potere ha in sé qualcosa di inebriante. Ma, come possiamo osservare nella politica nazionale, l’importante è che questo potere venga diretto onestamente e per fini compatibili con l’interesse collettivo. La situazione del Paese è drammatica perché i conti non tornano e non potranno tornare se non vengono aggredite le tre sanguisughe che ci stanno prosciugando: politica, mafie e corruzione. In attesa che dai responsabili esca qualche proposta intelligente ed onesta, non possiamo che adeguare le spese alle risorse con un severo esame di compatibilità anche perché la prospettiva è che l’attuale situazione duri altri ventanni. Sorprende quindi che un’allegra brigata di appassionati del completo abbia il 12 c.m. invaso il CEF dei pratoni del vivaro per chiedere al CONI di ritornare ai fasti degli anni passati. Si è dimenticato che la manifestazione “Vivi il Vivaro” costò alla FISE un deficit di 800 milioni (come dire che ogni spettatore è costato 80 mila lire) ed il campionato europeo del 2007 è stato definito dalla rivista L’Eperon “una festa di paese” perché il pubblico non c’era (1500 persone l’ultimo giorno, in gran parte straniere). Si è dimenticato che il CEF ha avuto dal 1996 un costo spropositato rispetto ai fini sportivi ed alle opere che sono state messe in atto sul terreno. Ho denunciato, già da molti anni, l’intollerabile sistema che consentiva ad una società a fini di lucro di appianare i suoi bilanci con i soldi dei tesserati FISE. Mi pare quindi, che prima di fare richieste al CONI, bisogna fare un attento esame di compatibilità tra obiettivi sportivi e costi e poi ridefinire il sistema di gestione in modo che sia possibile il controllo da parte di tutti i tesserati. Naturalmente la manifestazione è stata subito strumentalizzata dai media: per fortuna si è levata una voce responsabile, quella dell’olimpionico Federico Roman che si è richiamato ai valori sportivi ed alla quale mi associo.