Memorial Rudy Galdi, il ricordo che Mario Berardelli ha scritto su Trotto & Turf
In occasione del Premio Roma Vecchia – memorial Rudy Galdi pubblichiamo il ricordo che Mario Berardelli ha scritto su Trotto & Turf alla scomparsa del nostro amato Direttore. Rodolfo Galdi nella sua carriera giornalistica è stato anche caporedattore del Corriere dello Sport e, per diversi anni, direttore del ‘Cavallo’, trisettimanale ippico che si stampava a Roma. Ringraziamo Trotto & Turf e l’amico Berardelli per la gentile concessione.
Da una finestra delle due stanze di piazza delle Cinque Lune, sede della redazione del “Cavallo” negli anni 60 e inizio 70 si poteva anche gustare una porzione di piazza Navona. Era il piccolo regno di Vincenzino Galdi e di Torquato Speranza, i patron del trisettimanale romano ma già in quel periodo Rodolfo, Rudy per tutti, che di Vincenzino era figlio e che lavorava al “Corriere dello Sport”, faceva sentire la sua mano, lo spessore e il respiro ampio del grande uomo di redazione. Rudy sapeva comporre, meglio creare , le pagine di un giornale ed in quell’epoca di inchiostro e piombo, quando ci si puliva con la pasta lavamani Cyclon, si trattava di dote di ancora maggior pregio. Nella sua mente i fogli di carta degli articoli battuti a macchina disegnavano già le pagine. Sbiancò in segno di resa, infatti, quando gli portai unimpubblicabile e lunghissimo studio su una delle linee femminili del “Senatore” , primo di una serie oltretutto. –“ Questo è più lungo della Figlia del Corsaro Nero.” Gli trovò comunque posto in un numero del giovedì. –“ Solo uno al mese però. Non ti allargare.” Diventammo amici e , a me come ad altri, trasmise il freddo cinismo da redazione , una sorta di dna di chi poi lavorò a quel “ Cavallo” . Non era altro che un paravento per mascherare in realtà una sorta di bontà che , per tacito patto e gusto del paradosso, non si doveva palesare. In quella redazione erano già attivi il meraviglioso brontolone segretario Claudio Sestili ( -“ Se credono tutti Montanelli a stò giornale…”) e una delle persone più dolci e gentili nella sua semplicità che siano mai esistite, Vincenzo Sebastiani al quale Rudy volle sempre gran bene. Vincenzo era figlio di un luminare della medicina , cattedratico che voleva ovviamente avviare sulla stessa strada il figliolo che invece donò il suo cuore a tutte le rette di arrivo d’Italia e meglio ancora a tutti gli sportelli dove si accettavano scommesse. Per noi tutti era , honoris causa, il “Dottore” ma anche “Arafat” ( era una goccia d’acqua , uguale al leader OLP) e soprattutto “ il Giaguaro della Bozza” , infallibile nello scovare ogni refuso. Da Milano Antonio Lupo inviava i suoi servizi via telescrivente. Verso la metà degli anni 70 , Rudy favorì da demiurgo dell’operazione con il padre Vincenzo, quello che possiamo definire un “cammeo” : coinvolse nella gestione della testata alcuni tra i più importanti proprietari di Agenzie Ippiche ed anche la casa editrice del Corriere dello Sport . Così il “ Cavallo” trovò casa in piazza di Indipendenza, nel palazzo del Corriere dello Sport e di Repubblica che stava nascendo. RudyGaldi divenne direttore di quel meraviglioso “ Cavallo” che , per sette o otto anni, divenne una sorta di Casablanca dell’Ippica e lo stanzone della redazione il nostro porto franco , il “ Rick’s Bar” dove tutto sarebbe potuto accadere. Compreso il fatto di avere una redazione e collaboratori di professionalità straordinarie per sempre legate da vincolo di fratellanza e, questa era la chiave, tutte impegnate in altra attività o quasi ma con il “ Cavallo” nel cuore. Se ciò accadde, come accadde, lo si dovette a Rudy e a Mario Grani, indimenticabili collante di tutti noi. Claudio Icardi iniziava la sua splendida carriera in Rai, al Messaggero e con ruoli apicali lavoravano Piero Mei ma anche Baccini e Peppe Rossi, Ruggero Palumbo sarebbe diventato vice direttore della Gazzetta, Enrico Maida, Peppe Moscuzza, Mario Viggiani e Dario Torromeo erano al Corriere dello Sport, Gerry Longobardi futuro presidente dell’ordine dei Commercialisti mentre faceva la università di notte compilava i risultati , la rubrica di Beppe Viola si chiamava “Calcio d’angolo”, e in redazione sono passatiCaterina Vagnozzi, Stefano Berardelli, Stefano Celestri, Stefano Luciani, Francesco Angellotti, Riccardo e Valerio Giubilo con il quale tentammo, sarà stato il 77 di imbastire una sorta di “timeform”. Da Milano scrivevano Diego Valli, Franco Castelfranchi e Claudio Felisari. Con Franca Vittadini e Piero Mei inventammo una linea diretta con le corse inglesi e non c’erano cellulari , internet o altro. Da Parigi ci dava una mano Enzo Avenia prima di Piersanti e poi ci sono quelli che la nostra mente stanca non ricorda. Uno stato di grazia che non sarebbe potuto durare a lungo. Anche il nostro Rick’s Bar chiuse ed apri a Milano ma questa è un’altra storia. Quella di Rudy , ippicamente , la hanno scritta proprio quegli anni dopo i quali cercò sempre di trovare ogni spazio possibile sul suo Corriere dello Sport per i cavalli e le corse. A quelle che contavano non è mai mancato e , quando ha lasciato il “ Corriere”, ecco il meraviglioso gesto di cuore e anima, altro che cinismo, ha voluto farsi accompagnare , negli anni della riflessione serena, proprio da Cavallo 2000 in formato internet , coltamente sostenuto e stimolato da Lucia Galli. Ciao Direttore, indimenticabili quegli anni ! Grazie per sempre!