La scienza e il problema del trasporto dei cavalli/2
IL DR. CARLO BARNINI, direttore sanitario del Centro Medico Equino di Limena (Pd), ha scritto un saggio scientifico sul trasporto dei cavalli, argomento che è oggetto di studio anche all’Università di Padova. Il saggio, ovviamente molto lungo, è da noi pubblicato in cinque puntate nell'arco di dieci giorni.
STRESS DA TRASPORTO. Per prima cosa dobbiamo dare una definizione di stress.
Stress è un cambiamento dello stato fisiologico, in risposta al malfunzionamento della gestione del cavallo e/o dell’ambiente in cui vive.
Il cavallo risponde a questi stimoli negativi con dei meccanismi di adattamento e di difesa che interagiscono tra di loro coinvolgendo parametri di tipo fisiologico , biochimico , immunologico e comportamentale.
SITUAZIONE AMBIENTALE. Questo tipo di stress è molto frequente , in quanto deriva direttamente dall’inadeguatezza dei mezzi di trasporto e dalle scarse conoscenze in questo campo .
I cavalli dovrebbero avere a disposizione degli spazi adeguati in relazione alla lunghezza del trasporto ed alla condizione fisica dei cavalli stessi . Ad esempio, una cavalla gravida o con puledro al seguito , necessita di spazi più ampi in cui soggiornare durante il viaggio.
Se poi si parla di cavalli particolarmente nervosi ed eccitati , bisogna evitare che vi sia contatto diretto tra questi e gli altri cavalli per scongiurare possibili eventi che possono essere catastrofici.
Per percorsi particolarmente lunghi , i cavalli dovrebbero viaggiare”a box” , ovvero , dovrebbero essere messi all’interno di un box liberi , senza costrizioni..
La lettiera posta su pavimenti antisdrucciolo dovrebbe essere sempre tenuta pulita e cambiata almeno ad ogni trasporto.
Questa pratica è utile al fine di limitare la produzione di gas , che costituisce un serio problema, come vedremo in seguito , per la salute degli animali .
Le rampe di carico non dovrebbero essere molto inclinate, al fine di minimizzare e di rendere meno traumatiche le operazioni di carico e di scarico .
Vi dovrebbe sempre essere una luce, per favorire la sicurezza delle operazioni di scarico e carico notturne.
Acqua e alimento dovrebbero sempre essere disponibili , nel rispetto del protocollo di viaggio che in seguito vedremo e anche un adeguato ricambio d’aria è fondamentale.
A tale proposito bisognerebbe sempre verificare se vi sia la presenza di gas di scarico all’interno del vano che ospita il cavallo e di gas derivanti dalla fermentazione della lettiera , che possono determinare l’insorgenza di una stato patologico a livello polmonare.
Tutto questo per permettere al cavallo di potere affrontare il viaggio nelle migliori condizioni possibili , al fine di minimizzare le risposte negative che da questo possono sortire evitando , per quanto possibile , che si verifichino quei problemi di tipo comportamentale , che spesso si notano in cavalli stressati per il trasporto e che possono determinare una perdita di sicurezza anche del mezzo e del conducente , causando incidenti di vario tipo .
E’ intuibile la perdita di valore di un cavallo che , a seguito di turbe comportamentali , non possa essere messo in viaggio.
Altro parametro da valutare con attenzione è quello riferito alla temperatura alla quale il trasporto viene eseguito , al fine di ridurre la possibile insorgenza dell’evento molto frequente dello stress termico.
A questo particolare tipo di stress sono più sensibili gli animali giovani , in cui il rapporto tra volume e superficie è sbilanciato a favore della superficie e che quindi risultano essere più sensibili ai cambiamenti termici.
Per altre ragioni , gli animali vecchi sono particolarmente esposti a patologie respiratorie , anche subcliniche , perché hanno una ridotta capacità di adattamento termico.
La temperatura ottimale è quella della cosiddetta neutralità termica , che va dai 15 ai 24 gradi.
Lo spostamento da questo range può determinare, assieme ad altre cause fisiche come l’umidità, dei fenomeni di vasodilatazione o di vasocostrizione, di sudorazione, di cambio continuo di postura , di nervosismo e di aumentata frequenza respiratoria e cardiaca .
Quando la temperatura è sotto i 10 gradi in ambiente freddo il bilancio energetico viene modificato trasferendo parte dell’energia destinata alle funzioni vitali al mantenimento della temperatura corporea .
Ogni 5 gradi di diminuzione della temperatura di esercizio durante un trasporto necessita di un aumento dell’apporto energetico del 15/20% per il mantenimento dell’omotermia.
I cavalli giovani o tosati sono più sensibili a queste variazioni termiche e necessitano di un apporto energetico maggiore, che si conferisce attraverso la dieta.
Se all’abbassamento termico associamo anche un’ alta umidità relativa , in condizioni disagiate , la richiesta energetica può aumentare anche dell’80%.
Cavalli trasportati in queste condizioni necessitano quindi di una gestione della dieta al fine di mantenere, non solo la temperatura corporea, ma anche il peso corporeo , la crescita , l’attività riproduttiva e la possibilità di potere erogare all’arrivo delle performances sportive secondo il loro potenziale e le loro aspettative .
Quando invece la temperatura ambientale supera i 25 gradi e si opera in un ambiente caldo, il cavallo può avere , complice l’umidità, delle difficoltà nel disperdere il calore in eccesso e questo, oltre a modificazioni di tipo comportamentale , avviene aumentando la frequenza respiratorie e cardiaca e sudando abbondantemente con le conseguenze note da un punto di vista del bilanciamento idrico salino .
In questa situazione è fondamentale istituire un protocollo di abbeverata idoneo in relazione alla lunghezza del viaggio.%%newpage%%
ESITI BIOCHIMICI. La variazione del profilo biochimico si riconduce prevalentemente ad una acidosi metabolica a cui il cavallo va soggetto in seguito all’attivazione delle vie anaerobiche per l’approvigionamento energetico
RICADUTA IMMUNOLOGICA. Lo stress comporta dal punto di vista immunologico una maggiore predisposizione dell’animale a contrarre uno stato di malattia e questo è dovuto, di fatto, a un crollo delle difese organiche.
Tutto questo è strettamente dipendente dal livello immunitario del cavallo al momento del trasporto , dal tipo di patogeno con il quale viene a contatto e che concorre nel determinismo del tipo di malattia , dalla capacità di reazione organica individuale e dal programma vaccinale a cui il cavallo è sottoposto.
A tale proposito è sconsigliato mettere assieme cavalli che provengono da ambienti diversi in un unico trasporto ed è molto importante che le operazioni di disinfezione e di pulizia dei trasporti siano eseguite scrupolosamente.
Si deve inoltre tenere sotto controllo la presenza di polveri e di gas all’interno del trasporto.
MODIFICAZIONI COMPORTAMENTALI. Lo stress comportamentale deriva dal cambiamento della situazione socio-ambientale a cui il cavallo è sottoposto durante il trasporto.
Vi è un cambiamento di socialità per cui , ogni cavallo che si trova a contatto con altri soggetti sconosciuti , cerca di ricavarsi un posto nella nuova scala sociale che inevitabilmente si sta materializzando e questo costituisce motivo di stress.
Spesso i cavalli in questa situazione tendono ad aumentare la loro aggressività rendendosi pericolosi per se stessi , per gli altri cavalli e per gli umani che li accudiscono.
E’ dimostrato anche che il cambiamento di ambiente genera nel cavallo uno stato di insicurezza che è a sua volta stressogeno.
Per quanto riguarda i cavalli sportivi ,in particolare , spesso il trasporto comporta un cambiamento organico dovuto all’interruzione dei programmi di allenamento e dei programmi alimentari oltre alla modificazione dell’ambiente in cui si trovano loro malgrado a vivere.
Altro motivo di stress possono essere una guida poco attenta o strade particolarmente dissestate e tortuose.
2 – continua