La magia del cavallo Lipizzano
A poca distanza da Trieste, tra le doline del Carso, ebbe inizio uno dei più importanti e prestigiosi allevamenti della storia. Lipica era una semplice fattoria, fu acquistata dall’arciduca Carlo di Stiria nel 1580, per iniziarvi la selezione del Cavallo Lipizzano. Risale al 1581, il preventivo in cui vengono citati i primi stalloni capostipiti della razza. Nel corso della selezione saranno ricordati gli stalloni Favory, Neapolitano, Conversano, Maestoso, Pluto e in seguito Siglavy. Ancora oggi, i discendenti di questi stalloni ne portano il nome, seguito da quello della madre e da un numero.
Lipica, fortunatamente, è ancora oggi di proprietà dello Stato Sloveno, dà lavoro a centinaia di persone e permette a turisti da tutto il mondo di conoscere questi cavalli meravigliosi. Il Lipizzano è un cavallo diverso da tutti gli altri. È magico. No, non sto scherzando. Conosco personalmente questi cavalli e ho avuto la fortuna di montarli proprio a Lipica, che a sua volta è un luogo dall’energia molto particolare. Parliamo di una razza che ha ben poco di commerciale, nonostante il suo seguito di appassionati.
Il Lipizzano ha nelle vene sangue arabo, iberico e italiano. Ha scolpiti nelle ossa chilometri su terreni accidentati e nemici e i piedi forgiati dalle pietre del Carso. Ha il cuore grande e generoso di chi è nato su ampi pascoli dove alzando la testa dall’erba si può vedere lontano.
Non è solo per merito della volontà di governo e delle persone coinvolte nella storia del Lipizzano dal Rinascimento ad oggi che questo cavallo è giunto a noi praticamente identico ad allora, col suo sguardo millenario e il suo complesso carattere.
Il libro Pura Razza Bianca di F. Westermann permette di scoprire le incredibili vicende avvenute per merito di questi cavalli, una di esse romanzata magistralmente in un film di Disney. Apprendo con tristezza la notizia secondo cui la famosa Spanische Hofreitschule di Vienna sarebbe in procinto di essere venduta a privati a causa del suo stato deficitario cronico. La cosa non sorprende, in quanto anche la stessa Lipica fatica a quadrare i conti da tempo immemore;come potrebbe essere altrimenti, con 400 cavalli da gestire, frotte di personale da pagare e utili che derivano solo dal turismo e pochissimo dalle vendite?
Ciò che trovo inquietante è la deriva equestre documentabile in questi siti, dove ormai sono rimasti pochi i maestri della vera tradizione classica capaci di sostenere e insegnare metodi rispettosi dell’integrità fisica e psicologica del cavallo. Se Lipica e i suoi cavalli, al pari di Vienna, è considerata un Patrimonio dell’Umanità, lo stesso riconoscimento dovrebbe andare alla tradizione equestre classica nella persona di questi maestri, spesso messi da parte, perchè incarnazione di un’arte fine, senza compromesso di tempi e risultati, che però permette di andare lontano.
Ho fiducia che il cavallo Lipizzano ne verrà fuori vittorioso ancora una volta, con una nuova storia da scrivere e da raccontare ai bambini. Quale può essere il nostro contributo alla causa?
Andate a visitare Lipica e la Spanische Reitschule a Vienna coi vostri figli, dite loro che i cavalli Lipizzani possono fare le magie, ma solo quando un bambino li guarda negli occhi. Saranno gli occhi di quei bambini, stimolati dalla sensibilità dei genitori, che permetteranno di salvaguardare questo patrimonio culturale. Io mi auguro che le nuove generazioni, seppur ignare delle differenze nei metodi di addestramento, sappiano riconoscere un cavallo infelice e maltrattato. Questo fa la differenza.