Ippodromo Caprilli, un mondo racchiuso in ottanta pagine
Ottanta pagine, soltanto ottanta pagine, ma dentro c'è un mondo.
Quello di Livorno, del suo ippodromo e di coloro che lo hanno vissuto, frequentato e fatto vivere.
Il volume di Enrico Querci "L'ippodromo nel cuore di Livorno" (pag. 78, € 12,00, Pacini Editore) vuole raccontare le storie, sempre emozionanti e appassionate, illustrate da interessanti fotografie, di tredici protagonisti delle corse dell'impianto toscano.
L'Autore, noto giornalista e fotografo, immerso nel mondo del galoppo nazionale e internazionale, nell'attuale momento di crisi della struttura, chiusa per quasi sei anni, ha voluto raccogliere i ricordi di quanti hanno operato nel passato e nel difficile presente. E fortunatamente l'ippodromo è ritornato in attività proprio in questi giorni.
Parlano allora Saro Pecoraro e Giuseppe Botti, Enrico Bianchi e Elisabetta Savelli, Barbara Cioni e Antonio Ferramosca e lo stesso Enrico Querci.
Parla il "Caprilli", uno dei più antichi ippodromi d'Italia, nato nel 1894 e racconta la città che è cambiata, cresciuta, con i suoi problemi e la sua vitalità.
Sicuramente la narrazione può esser letta anche come un esempio di indagine sociale su un gruppo di persone che condividono la stessa attività lavorativa e la stessa passione; in qualche modo uno stralcio di una possibile storia sociale dell'ippica italiana, della presenza del mondo delle corse, piccolo ma significativo sotto molti aspetti, nel contesto del settore produttivo e sportivo del nostro Paese.