''Ippica, un'agonia lunga dodici anni''
DA GABRIELE BALDI, presidente dell'Uniona Nazionale Allenatori Guidatori Trotto, riceviamo e pubblichiamo:
"C’era una volta...
Se vi ricordate, da bambini ci raccontavano un mucchio di favole e tantissime iniziavano con queste poche parole.
Oggi sento e leggo tante storie che chiamarle fantasiose è dir poco, tutte vogliono raccontare del tracollo dell’ippica, senza entrare nel merito.
Forse nel timore di pestare i piedi a qualcuno o per non conoscenza diretta di come si sono svolti i fatti.
Proverò a raccontarvi quel che io conosco senza peli sulla lingua e senza paura di pestare i calli a qualche politico.
La nostra scalogna incominciò nel lontano 1999, mese più mese meno, allorché il nostro Gaetano Papalia, in pariglia con qualche altro proprietario di ippodromo, pensò bene di sollecitare il suo amico Sernicola, mi sembra allora segretario del ministro Visco, per far trasferire il comparto ippico dal Ministero dell’Agricoltura al Ministero delle Finanze per tutto quello che interessava il finanziario.
Questa ballerina idea forse fu stimolata dallo strapotere dello Snai, e questi fenomeni pensavano di cambiare lo “status” con tale mossa.
Se non fosse da piangere sarebbe da Vernacoliere!
Seconda mossa: famoso politico inventò il riordino degli Enti pubblici, così nell’ippica sparirono gli Enti Tecnici e nacquero le aree tecniche all’Unire. E vai!
Successivamente il Governo per “aiutarci” partorì il bando delle Nuove Agenzie Ippiche con minimo garantito, idea fantastica ma solamente nella teoria in quanto nella pratica l’Unire non incassò un “cacchio” o quasi né prima né dopo il condono che le Agenzie ottennero per il non pagamento delle fideiussioni.
La parte migliore è che le fideiussioni rilasciate all’uopo erano fasulle nella maggior parte e quelle buone furono lasciate scadere senza che nessuno ne rispondesse.
Cambiò il Governo da centro sinistra a centro destra, ottenemmo dei contributi ma mai si riuscì ad ottenere il cambio delle regole delle scommesse e dei regolamenti necessari ad un rifacimento del comparto.
Cambiarono le persone ai vertici ma non cambiò assolutamente niente, il centro antidoping faceva pietà prima e ha continuato a fare pietà dopo, la giustizia non si sa come definirla: potrebbe essere un qualcosa che non funziona o che funziona troppo bene per i potenti!
Successivamente vi è stata l’invenzione di Bersani con la liberarizzione delle scommesse, la creazione dei corner, la chiusura del Totip prima e della raccolta della Tris nei punti Sisal poi.
Facemmo proteste, petizioni, audizioni al Mipaaf, mi ricorderò sempre della risposta di Sernicola alla mia domanda
“I corner sono in aggiunta o in sostituzione per la raccolta Tris?”
“Mi prende per fesso? Sono in aggiunta!!!”
E questa risposta fu data nell’aula piccola del MIPAAF.
Senza parlare dell’operato dei vari Commissari fra i quali è bene invece ricordare l’ex Generale dei Carabinieri Pisani, il quale aprì alle scommesse sportive i punti vendita dell’ippica.
Da dieci anni a questa parte la nostra situazione è paragonabile a quella di una grande industria tipo Fiat che produce le auto e poi le consegna per la vendita alla Opel: potrà mai funzionare?
Le nostre lamentele e le nostre denunce se non al Ministero a chi dovevamo indirizzarle, a S.Antonio? Forse sarebbe stato meglio.
Vale la pena ricordare a chi di dovere che gli operatori ippici dal primo di gennaio non hanno praticamente di che mangiare, si può dire che manca il pane e quando la gente ha fame si incazza violentemente.
Mi sembrerebbe inutile ricordare che anche la rivoluzione francese iniziò dai lavoratori ridotti alla disperazione.
PS le angherie subite dall’ippica non sono solo queste, oggi non ci stavano, nei prossimi giorni rincomincerò.