Il sogno proibito del galoppo giapponese
Battere i giapponesi a casa loro è diventato impossibile. C’è riuscito Falbrav, che era un mito, e più tardi, Alkaseed, anche lui con un binomio italiano a spingerlo verso il trionfo: Luca Cumani al training e Lanfranco Dettori in sella. Il resto è una suite pressoché ininterrotta di esibizioni che esaltano il turf del Sol Levante. Soldi ben spesi, mercati battuti ad ogni latitudine, scelte oculate e ricerca insistita del miglior sangue senza mai tirarsi indietro anche quando occorreva svenarsi per portare a casa stalloni e fattrici di gran pregio.
Ci fu un tempo in cui Dormello mise in vendita alcune femmine del suo stud che in quegli anni, ’60-’70, tirava ancora. Da Tokyo arrivarono a frotte - non viaggiano mai soli gli agenti di quelle terre lontane sicuri che quattro occhi vedono meglio di due e un parere amico ti aiuta - con assegni in bianco perché lì sapevano che c’era del buono e andavi sul sicuro. Adesso si capisce che avevano ragione loro. Acquisti tanti, non sempre riusciti, perché vederci chiaro nell’ippica è impresa ardua per tutti, ma alla fine le conquiste non sono mancate, la Japan Cup è saldamente nello loro mani, l’ultima ancora viva con Epiphaneia che domenica ha fatto un numero lasciando tutti laggiù che quasi non si vedevano.
Quattro lunghezze non sono poche e quando si dice che Soumillon ha fatto il miracolo, sarebbe meglio aggiungere che i meriti vanno divisi in due: lui attento e pronto alla fuga, tutto l’opposto del jockey soporifero e distratto notato a Longchamp con Cirrus des Aigles nell’Arc meeting, ed Epiphaneia una sorta di razzo, esploso a metà retta con l’impeto del fuoriclasse. Reduce da prove recenti non proprio travolgenti, l’allievo di Katsuhiko Sumii, un 6°, un 4° e un 3° posto sulla strada della Japan, come Treve, in fondo, che dal Vermeille era uscita a pezzi e poi nell’Arc è schizzata via come una furia bissando l’ apoteosi dell’anno prima: una metamorfosi che nemmeno Kafka se la sarebbe immaginata. Per Gentildonna il sogno invece è finito presto, una cavalla poco reattiva, lei che un tempo volava, e il cui ricordo delle grandi imprese si è consumato nella cornice di Tokyo, dopo un paio di stagioni esaltanti per gli appassionati dagli occhi a mandorla.
Ora i giapponesi devono però sfondare anche all’estero. A Longchamp ci provano di continuo, l’Arc è una sorta di incubo che li tormenta, sono sempre lì che fanno un tifo indiavolato agitando i loro vessilli e con Orfevre ci sono andati vicino, ma l’incoronazione vera e propria si fa attendere e chissà quando verrà. Arima Kinen e Sheema Classic a Meydan sono gli obiettivi di Epiphaneia, che sarà di scena in autunno sul Bois de Boulogne. Treve è la favorita dell’Arc 2015 a 6 contro 1, per la serie, questa non la batti mai. Epiphaneia però non ci sta, 10-1 per chi ci crede.