HorseManKind: uomo e cavallo, oltre la Relazione
Nel panorama equestre il cavallo è sempre stato considerato come un "prestatore d'opera", e ciò ha comportato l’utilizzo di metodi d’addestramento che, in maniera più o meno coercitiva o più o meno “naturale”, hanno come fine l’obbedienza e le prestazioni, siano esse di tipo sportivo, lavorativo o ludico.
In quest’ottica utilitaristica ed egocentrica, difficilmente si tiene conto della sua cognitività e della componente psico-emotiva che, anziché essere sviluppate, vengono annichilite.
In ogni caso il cavallo sembra nato con la sella marchiata a fuoco: raramente lo si guarda senza pensare a che sensazioni potremmo provare SOPRA di lui, e non CON lui.
Anche la relazione tra cavallo e cavaliere spesso non è considerata essenziale e, se lo è, assume significati talmente distorti, soggettivi e antropocentrici da svuotarsi di ogni contenuto.
Nonostante questa realtà, qualcuno inizia a guardare il cavallo con occhi diversi e comincia a chiedersi CHI è davvero questo splendido animale, quali emozioni prova, come pensa e a come instaurare una relazione vera e profonda con lui, una relazione che ci coinvolga oltre le apparenze, i modi di dire, il credere comune e le interpretazioni errate.
A queste domande può dare una risposta Sergio Albertin [1], fondatore di HorseManKind.
HorseManKind nasce nel 2011, e nel giro di pochi anni è diventata il massimo punto di riferimento nazionale per tutti gli appassionati, i professionisti e gli studiosi del settore che desiderano imparare ad approcciare al cavallo in modo totalmente nuovo, preservando la sua libertà, la sua dignità, la sua psiche e il suo fisico. “Cavalli liberi nel corpo e liberi nella mente” è la frase che spesso accompagna foto e filmati che dimostrano senza dubbio la coerenza tra ciò che viene comunicato al pubblico e ciò che viene insegnato e praticato. https://youtu.be/nEw8znRcY9M (video)
Cos’è la Relazione per HorseManKind?
Una definizione di relazione è: “quel legame che si crea tra due o più persone i cui pensieri, sentimenti e azioni si influenzano vicendevolmente”.
La relazione non è necessariamente positiva: esistono anche relazioni sbagliate, malsane o di asservimento tra schiavo e padrone.
Per Sergio Albertin non esiste relazione profonda, intima e sana senza libertà: “Il libero arbitrio è di diritto essenziale per ogni essere vivente che potendolo reclamare può così definirsi soggetto e non oggetto”; quindi ciò che porta ad avere una vera unione è una relazione assolutamente paritaria, dove entrambe le parti sono totalmente LIBERE.
Se però c’è libertà senza interazione ciascuno è solo con se stesso, e non esiste relazione. E’ necessario avere il piacere di condividere qualcosa insieme, cioè vivere esperienze comuni in cui entrambi possano trarne piacere e beneficio. Questa è COLLABORAZIONE.
Occorre però fare un distinguo: con il termine “collaborazione”, nel mondo equestre, si intende un cavallo privo di opposizioni o rifiuti, che esegue quindi con diligenza ciò che gli si chiede. Per HorseManKind questa non è collaborazione, è ubbidienza: difatti non ci può essere collaborazione nell’addestramento, ma solo nella libertà.
Ecco perché per Sergio Albertin la Relazione si esprime nella “Libera Collaborazione”.
Come si raggiunge una relazione di questo tipo?
Per avere una relazione sincera dobbiamo innanzitutto cambiare noi stessi. Purtroppo non siamo coscienti di quanto il nostro modo di vivere sia lontano da quello di un cavallo, che proprio per questo ci percepisce come esseri non confacenti al suo mondo. Gli animali hanno una percezione del tempo e dell'ambiente circostante che permette loro di riconoscersi reciprocamente sulla base di una matrice comune: la Naturalità [2].
Noi, come animali umani, a causa della società in cui siamo immersi, ci siamo abituati a ignorare questa caratteristica fondamentale dell’esistenza, mentre secondo Sergio Albertin per avere una relazione interspecie diventa necessario “ritrovare l’animale, il primevo essere assopito nell’uomo, per immergersi nel circostante e nella natura, madre di ogni essere vivente.”
Il riscoprire la nostra Naturalità non è solo un concetto filosofico, ma ha risvolti pratici evidenti, poiché senza di essa diventa estremamente difficile per il cavallo percepire una base comune con cui identificarci. Ciò genera un’artificiosità nella relazione per cui il cavallo non accetta, ma semplicemente TOLLERA, la nostra vicinanza.
Purtroppo è facilissimo lasciarsi ingannare dal nostro desiderio di credere di avere la relazione dei nostri sogni e confondere la tolleranza di un cavallo per accettazione.
La differenza tra tolleranza e accettazione si evidenzia principalmente nel fatto che la prima provoca la necessità di un addestramento, mentre la seconda permette la relazione anche con un cavallo mai domato e mai addestrato, che potrà avere un rapporto con noi che si esprimerà tramite la Libera Collaborazione.
Il paradigma HorseManKind
Tutta l’equitazione attuale, sia tradizionale che “naturale”, poggia su teorie comportamentiste, anche se raramente insegnate come tali.
Solo negli ultimi anni si è arrivati a definire il paradigma cognitivo-zooantropologico (CZ).
La filosofia HMK ha profonde affinità con il CZ, ma il suo fondatore l’ha plasmata e personalizzata grazie alle proprie intuizioni derivanti dagli studi fatti e dalle esperienze avute sia con le persone che con i cavalli.
La definizione tecnica data a questo paradigma assolutamente unico è “approccio cognitivo-relazionale-zooantropologico (CRZ)”.
Il Percorso HorseManKind
HorseManKind propone un programma intenso e ricco di contenuti che non dà nulla per scontato. Chi ha conoscenze in merito, potrà cogliere cenni di psicologia della Gestalt, psicologia comparata uomo-cavallo, filosofia della mente, filosofia dell’etica [3] e psicopedagogia, in un intreccio multidisciplinare che dà origine a un’idea unica nei contenuti.
Il Percorso si sviluppa attraverso 5 livelli, strutturati in modo da rendere facilmente comprensibili e assimilabili i concetti derivanti da queste profonde basi. Si parte dalla Naturalità sino ad arrivare all’Educazione del cavallo, un’educazione che, nettamente diversa dall’addestramento [4], permetterà di viversi appieno il cavallo e addirittura di aiutarlo se presenta problemi psico-emotivi. L’applicazione pratica viene effettuata con i cavalli del branco HMK, cavalli che, in linea con la filosofia, non sono mai stati domati e addestrati[5], (tranne due, appartenenti da tempo a due persone dello staff, che però sono stati decondizionati, o meglio rinaturalizzati tramite approccio cognitivo).
Formalizzazione della didattica.
HorseManKind è un’associazione non a scopo di lucro riconosciuta dal CONI tramite Endas, che ha scelto di tutelare legalmente in modo autonomo la propria didattica attraverso la registrazione diretta del proprio Marchio e della Carta HorseManKind, [6] secondo quanto previsto dalla legge italiana.
Questa scelta di trasparenza formale e sostanziale nei confronti di chiunque voglia avvicinarsi alla filosofia HorseManKind ha reso l’Associazione autonoma nella gestione delle abilitazioni, dei brevetti e dei riconoscimenti da essa emessi, difatti il primo paragrafo del documento specifica chiaramente gli intenti:
“L’associazione HorseManKind ha redatto la presente “Carta HorseManKind”, atta a identificare e tutelare la propria Filosofia e la propria Etica, e a regolamentare la propria Attività, la propria Didattica e il Riconoscimento Ufficiale a Livello Nazionale di persone e Centri che potranno operare con l’utilizzo del Marchio Registrato HorseManKind.
L’autorizzazione all’utilizzo del marchio sarà garanzia, nei confronti di terzi, che le persone e i Centri così identificati abbiano abbracciato appieno la Filosofia, l’Etica e il Regolamento qui definiti.”
E’ possibile quindi partecipare:
1) al percorso formativo atto a creare le competenze necessarie per poter applicare l’approccio CRZ-HMK con il proprio cavallo (rilascio tramite esame di abilitazioni con validità formale in tutto il territorio nazionale); [7]
2) al percorso formativo atto a creare le competenze necessarie per poter insegnare l’approccio CRZ-HMK o, tramite un master, diventare operatori per il recupero di cavalli con problemi comportamentali o psico-emotivi come ad es. cavalli cosiddetti “difficili”, cavalli con stereotipie o altri comportamenti aberranti (rilascio tramite esame di abilitazioni con validità formale in tutto il territorio nazionale); [8]
3) a workshop tematici (rilascio di crediti formativi). [9]
La mission
La mission di Sergio Albertin contempla la sensibilizzazione dell’essere umano, la diffusione di una cultura dedicata alla mente del cavallo e lo sviluppo cognitivo ed empatico di uomini e cavalli, per un’evoluzione sia della specie umana sia della specie equina, in un’interconnessione che parte dal nostro io più primordiale fino a raggiungere un futuro in cui il rispetto della vita non faccia più distinzione di specie.
] https://www.horsemankind.it/contatti/sergio-albertin/