Crisi dell'ippica? Le Marche soffrono ma non cedono
ANCHE QUEST'ANNO, nonostante la crisi dell’ippica che ha falcidiato le giornate di corse in tutti gli ippodromi italiani, malgrado l’inserimento di una quantità infinita di scommesse su ippodromi stranieri, a Civitanova Marche si sono fatti passi avanti nell’organizzazione e una certa trasformazione degli impianti, ospitando tra l’altro, nello scorso mese di giugno, il Campionato Regionale di Salto Ostacoli, organizzato dalla F.i.s.e., durante il quale si sono ritrovati - sull’anello dell’ippodromo San Marone - 120 cavalieri con i rispettivi cavalli saltatori, con un simpaticissimo seguito di fedeli cultori di tale ramo sportivo, che attualmente è l’unico a dare effetti positivi, sia in senso economico che dello spettacolo.
Praticamente vengono ridotte le giornate di corse al trotto (un po’ meno quelle di galoppo) e vengono riempiti gli spazi con corse straniere per lo più di scarsissimo livello e delle quali non si riesce a commisurare il danno economico che ne deriva per gli operatori ippici nazionali. Proprio il 27 luglio 2011, appariva un dettagliato conteggio sul quotidiano ‘La verità per sport’ che evidenziava una perdita di gioco, nel luglio 2010 rispetto al 2011, di circa il 20%. Purtroppo nell’articolo non appaiono le assegnazioni di molti premi, per cui si vedono ippodromi che devono fare giornate di corse con 29.000,00 euro di premi da distribuire per le 8 gare giornaliere e magari 100 mila euro per le corse in altre piazze. Anche le assegnazioni di Tris, ampliatissime nel numero, vengono fatte a simpatia. Così pure appare sulle corse, così dette, di ippica nazionale, delle quali ben pochi conoscono motivazioni e funzionamento. Queste diversificazioni creano confusioni enormi che disorientano gli operatori ippici seri e valgono solo per i furbi che godono di intelligenti collegamenti, creando problemi anche agli scommettitori.
Aveva ragione Berardelli quando, in un articolo apparso sul giornale “Ippodromi” il 24 settembre 1943, chiedeva a gran voce l’unificazione delle organizzazioni ippiche. Ecco come vedeva l’ Associazione Nazionale dell’Ippica da Corsa (alle dipendenze del Ministero dell’Agricoltura e Foreste):
ORGANI DIRETTIVI:
- Presidente
- Consiglio Direttivo (composto da tutti i rappresentanti delle categorie ippiche inquadrate nelle varie sezioni)
- Commissione di disciplina
UFFICI DIPENDENTI:
- Sezione Corse Galoppo (proprietari, società, allenatori, fantini, ecc.)
- Sezione Corse al Trotto (proprietari, società, allenatori, guidatori, ecc.)
- Sezione Corse Ostacoli (proprietari, società, allenatori, fantini, ecc.)
- Sezione Allevamento del Trotto (allevatori)
- Sezione Allevamento del Galoppo (allevatori)
- Sezione Corse e Allevamento del mezzo sangue (allevatori, proprietari, società, allenatori, fantini, ecc.)
- Sezione Sindacale e legale
- Sezione Amministrativa (unica per tutti gli uffici – personale – esercizio scommesse ecc.)
- Comitato dei Commissari e Funzionari tecnici dei campi di corse
Mi piace anche, dato che sono nel discorso, riportarvi un bilancio annuale dell’Unire dell’anno 1935/36 (i dati sono desunti dall’archivio documentario del Museo Storico del Trotto, perla misconosciuta dell’Ippodromo di Civitanova). Oh che bella ippica! Con una Unire retta da ‘Signori’ e che poteva vivere con un importo annuale così modesto. Certo che non viviamo in una situazione di ugual peso ma, a pensarci bene, i personaggi e i cavalli che frullano per l’ippica non sono, come numero, di molto superiori a quelli dell’epoca Berardelli!
E’ un consiglio che, ad età veneranda, mi permetto di dare ai ‘grandi’ impresari ippici, che si alternano nei tavoli di consultazione per salvare questa maledetta….amatissima ippica.
Prima di chiudere vorrei ricordare che il 6 agosto 2011, all’Ippodromo di Civitanova Marche, si corre la ‘Corsa dei quartieri de Citanò’, a ricordo delle magnifiche tradizioni popolari dei tempi passati, quando le corse dei cavalli erano il principale evento dell’anno, insieme alle feste religiose.