Buon anno ai cavalli... E agli altri animali, tutti meritano coscienza e rispetto
CARI CAVALLI – ma anche asini, muli e regno animale al completo, senza distinzione di classe, ordine, famiglia, genere, specie e, men che meno, razza e colore – tanti auguri di buon anno. Di tutto cuore, ne avete bisogno.
Il 2009 equestre italiano va in archivio con risultati importanti come, per fare qualche esempio, la carta etica, l’ordinanza sui pali, il codice di tutela, i successi delle forze dell’ordine contro la criminalità delle scommesse clandestine, i 150 milioni di euro nelle casse dell’Unire, il diffondersi di associazioni protezionistiche e così via ma, purtroppo, senza averci lasciato la percezione che – non tanto nelle ordinanze, nei dichiarati buoni propositi o nell’applicazione della legge quanto nella quotidianità spicciola – qualcosa sia realmente cambiato.
L’ippica è agonizzante e per i suoi attori il futuro è incerto (o peggio, tragicamente certo sull’asfalto delle strade dove cavalli vengono mandati a morire per arricchire il giro delle corse illegali), il problema del doping, anche nell’equitazione, è ben lontano dal vedere una soluzione, gli stalloni vengono rapiti, i viaggi dell’orrore che ogni anno portano, in condizioni inimmaginabili, nel nostro Paese centinaia di migliaia di cavalli destinati ai macelli non si arrestano, della “cultura equestre” rimangono tracce sempre più tenui, i maltrattamenti sono all’ordine del giorno e spesso, oltre alla crudeltà, i cavalli sono vittime dell’inesperienza di persone che, ancorché senza intento di nuocere, non sanno come trattarli. E l’elenco delle nefandezze umane, in Italia come all’estero, potrebbe continuare all’infinito.
Così, anche se Natale è passato e non è più tempo di letterine, ho un desiderio per il neonato 2010.
Mi auguro che il nuovo anno porti “coscienza”. Quella che brucia dentro e fa prendere posizione a rischio di risultare impopolare (meglio soli che male accompagnati, no?).
Quella che fa mettere da parte gli interessi personali – o di un gruppo – a vantaggio della collettività ippica.
Quella che, prima di montare in sella a un cavallo “da scuola”, spinge a fare un giretto nelle scuderie per verificare che siano confortevoli e adeguate. Che i cavalli siano sereni e in condizione. Che all’interno dei box la lettiera sia fresca e pulita.
Quella che porta a fare terra bruciata intorno a commercianti e affittacavalli senza scrupoli e a evitare i lager in cui i cavalli sono spaventati, denutriti, feriti.
Quella che non regala denaro chi abusa, sfrutta e manda al macello gli animali quando non sono più in grado di servire.
Quella che, specie in alcuni Paesi, fa rinunciare al tour turistico in sella o su carrozzelle trainate da creature stremate e coperte di piaghe.
Quella che concede agli anziani una meritata pensione e le cure adeguate alla loro età, perché non basta abbandonarli al prato.
Quella che responsabilizza e fa affrontare l’impegno di aver fatto una scelta fino in fondo, senza lavarsene le mani nei momenti di difficoltà.
Quella che ritiene vitale l’informazione, perché diffondere e divulgare senza censure, rapporti clientelari e sudditanze – come fa Cavallo2000 – dà ossigeno alla cultura e alla passione per i cavalli.E vado oltre. Quella che rende insopportabile il peso di chiudere gli occhi davanti alla violenza, alla crudeltà, alla stupidità e all’ignoranza.
Quella che denuncia chi picchia e maltratta (la legge è dalla parte dei “buoni”, non dimenticatelo).
Quella che spinge a fermare il braccio che brandisce la frusta volta a colpire non solamente i cavalli ma tutte le creature, specie quelle più indifese.
Quella che genera rispetto.
"Ciò che noi facciamo è solo una goccia nell'oceano, ma a me piace pensare che se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno". Lo ha detto Madre Teresa di Calcutta.
Una cara amica romana – che, per certi versi, mi somiglia molto – sostiene io mi stia radicalizzando. Ha ragione. Ma è con questa “coscienza radicale” che voglio affrontare il nuovo anno con i miei cari. A due e quattro gambe, con le pinne e le ali, con il pelo, le branchie e le squame.
Paola Olivari
Ps. Un augurio speciale a K, socia straordinaria con la quale condivido un’assenza infinita e una nuova avventura, a Irma, mia nuora, arrabbiata e sola, a Damian, che non è più un ragazzino e deve cominciare a fare sul serio, e a Helios, che ha davvero una “gran testa”…
E una carezza a Billi, Mafalda e Leni, in ordine di anzianità.