Roma, 27 Febbraio 2021
di Patrizia Carrano
Può un piccolo, modesto, film suscitare grandi interrogativi? Ebbene sì. Questo è ciò che accade vedendo sulla piattaforma Netflix un film intitolato "Work. Ride. Rodeo". Come spesso succede in questi ultimi anni, il film è ispirato alla vicenda di un personaggio realmente esistito, quasi che gli sceneggiatori non abbiano più la capacità di inventare: qui si rievoca la figura di una giovane campionessa di Rodeo di nome Amberly Snyder, nata nel 1991, rimasta paralizzata alle gambe dopo un terribile incidente automobilistico, ma capace di darsi, ancora convalescente, tre inderogabili parole d'ordine: "Lavorare. Montare. Fare il rodeo".
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E' possibile fare le pulci a una signora che monta ancora a 94 anni, che ha allevato prodigiosi galoppatori, vincitori nelle più grandi competizioni europee e anche mondiali; che sa di genealogie e di discendenze; che ha una figlia due volte campionessa europea di equitazione, amazzone olimpica; e che è nonna di Zara Phillips, medaglia d'argento a squadre per il Completo alle Olimpiadi del 2012? No, non è possibile. Ma possiamo - anzi dobbiamo - farle al suo "avatar" televisivo. A quella Elisabetta d'Inghilterra che campeggia, assieme alla sua augusta famiglia nella serie di punta di Netflix "The Crown"...
Cari lettori, si va sulle piattaforme, visto che i cinema sono chiusi. E allora eccoci a parlare di "Mulan" il recentissimo film della Disney che è possibile vedere on demand e che ripropone la leggenda cinese già portata sullo schermo da un cartoon uscito alla fine dello scorso millennio. Personaggio fondativo della tradizione cinese, Mulan è protagonista di una leggenda nata fra il quarto e il sesto secolo dopo Cristo e che, tramandata di generazione in generazione, si è arricchita nei secoli di innumerevoli rielaborazioni orali, letterarie e teatrali.
Ammettiamolo: il titolo di questo numero della rubrica cavalca un paradosso. Perché stiamo parlando di un film per ragazzi proposto dalla piattaforma Netflix, oggi più che mai frequentata, visto che le sale cinematografiche sono chiuse. Il film (del 2019 e di produzione tedesca, ma con un titolo adatto al mercato internazionale) è "Rock my Heart" e fonda il suo intreccio sui classici paradigmi del cinema per i giovanissimi: abbiamo un giovane stallone ribelle di nome Rock my Heart, una diciassettenne cardiopatica, Jana, in lotta con il mondo degli adulti, e - sullo sfondo - l'universo duro e competitivo delle corse al galoppo a cui spera di tornare un vecchio allevatore, ormai in bolletta, Paul Brenner...
L'odore dell'erba bagnata, di stallatico, di cuoio... il tamburellare felpato del galoppo sul prato, le voci e le grida eccitate della gente...la robusta gagliardia dei quadrupedi, le giacche colorate dei fantini...". Chi segue con passione le corse al galoppo (come l'autore di queste righe, il filosofo Fernando Savater, che ha scritto un bellissimo libro sulle corse intitolato "A cavallo tra due millenni" uscito per l'editore Laterza) amerà un film australiano uscito in Italia ....
Pochi giorni fa Sir Sean Connery ha compiuto novant'anni. E noi vogliamo ricordarlo non nei panni dell'agente segreto 007, creato da Jan Fleming, ma piuttosto per alcuni film - uno in particolare - in cui montava a cavallo con grande spolvero. Insomma, non se la cavava niente male, anche e soprattutto in virtù della sua forza d'attore. Connery, che ha smesso di lavorare una quindicina d'anni fa, ha traversato mezzo secolo di cinema...
La scorsa rubrica ci ha portato a Siena, per “La ragazza del Palio”. Restiamo in Toscana ed andiamo in Maremma, per un film documentario, appassionante come un action movie, scritto e diretto da un cineasta, Walter Bencini, che di quella zona ha saputo raccontare e restituire la dura e ammaliante bellezza: “ Gli ultimi butteri “. Si sa che la memoria della Maremma è amara, che prima delle bonifiche la malaria la faceva da padrone, che poi è stata vilipesa da una industrializzazione e da una cementificazione ottusa...
Qualche giorno fa, lo sappiamo tutti, per via delle norme anticovid, non si è disputato il Palio di Siena. Non accadeva da 76 anni. Nella stessa settimana si è ricordato il ventennale della morte di Vittorio Gassmann. E Franca Valeri ha compiuto cento gloriosi anni. Obbligatorio, dunque, parlare di un film del 1957, intitolato “La ragazza del Palio” con Gassmann, (che ha la voce di Emilio Cigoli, impareggiabile doppiatore, ma per noi un usurpatore...
Ci sono dei personaggi animali - di solito squisitamente antropomorfi – che attraversano molte generazioni di spettatori. Pensiamo alla tenerissima coppia di dalmata protagonista della "Carica dei 101", prima in animazione e poi in carne e ossa. O a Lassie, la collie che per oltre quarant'anni ha campeggiato sugli schermi di tutto il mondo. Battezzando, fra l'altro, l'esordio di Liz Taylor bambina.
Può un cavallo diventare il simbolo della riscossa di un Paese, appena uscito da un periodo difficile? Ma certo. Per restare dalle nostre parti, il simbolo del nostro boom economico è stato Ribot, il grande galoppatore della scuderia Dormello Olgiata che negli anni Cinquanta si ritirò imbattuto dopo due straordinarie stagioni di corse. Ribot impersonava l'Italia che dopo la rovina della guerra si era messa a correre, affermandosi sulla ribalta europea...
Sono le galoppate più potenti, ariose e trascinanti di tutta la storia del cinema: quelle che appartengono a due film di cui i cavalli sono il perno fondante. Il primo è l'australiano "L'uomo del fiume nevoso", e il secondo, prodotto dall'americanissima Disney con il titolo "Indomabile" ( ma negli Usa era "Ritorno al fiume nevoso"), che ne è una sorta di remake e che è stato anch'esso girato nei medesimi, meravigliosi luoghi di quel continente: il Nuovo Galles.
Probabilmente queste parole - che sono un verso di una canzone degli anni Trenta - non colpiranno la memoria dei lettori più giovani. Per questo mi sembra giusto aggiungere altri versi della strofa: "... se c'è una coppietta. Piano se ne va, senza galoppar, tanto non c'è fretta... Come è delizioso andar sulla carrozzella...".Sì, le celebri botticelle romane, da anni al centro di una lunghissima vertenza fra chi vuole abolirle offrendo ai vetturini delle licenze di taxi, e chi invece le difende. La passeggiata in carrozzella ha ormai poco senso in una città strangolata dal traffico.
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