Roma, 20 Febbraio 2019
di Patrizia Carrano
Primi del '900. Negli Stati Uniti il giornale "The Western press" organizza una gara di resistenza di settecento miglia, lungo la Western States Trail, un percorso che ricalca quello degli storici Pony express. Una prova massacrante per uomini e cavalli, di quelle che oggi chiameremmo Endurance.Negli stessi anni, in Medio Oriente ha luogo un'altra terribile corsa a cavallo, chiamata "Oceano di fuoco" perchè si svolge su un percorso di tremila miglia in mezzo al deserto dell'Iraq e della Siria. A questa gara solitamente riservata agli stalloni arabi....
Continua >
Più di venti avventure cinematografiche, fin dai tempi del cinema muto. E poi fumetti, serie televisive, persino un film intitolato "Barbie e le tre moschettiere": i quattro formidabili personaggi creati da Dumas, ovvero Athos, Portos, Aramis e il guascone D'Artagnan hanno una tale vitalità che a quasi duecento anni dalla loro nascita (il libro è ambientato nella Francia del '600, ma è uscito nel 1844 come romanzo d'appendice sul giornale Le Siécle") ancora oggi dicono la loro. E dunque eccoci a parlare del film uscito appena dopo Natale e intitolato "I quattro moschettieri: la penultima missione" di Giovanni Veronesi.
Galoppa spaventato e furente, in una notte e illuminata dagli scoppi delle bombe. In cerca di salvezza tenta di uscire dalla lunga trincea in cui è ruzzolato, finendo così in un terreno fitto di reticolati, in cui resta prigioniero, la carne viva avvolta da metri e metri di filo spinato. Un bozzolo di dolore a cui deve arrendersi, costringendosi all'immobilità. E' coperto di sangue, è sfinito, fra poco non gli resterà che aspettare la morte, in quella desolata "terra di nessuno" in cui si fronteggiano i fantaccini dell'esercito inglese e di quello tedesco.
Una ragazzina e un cavallo. Una coppia di sodali, in cui l'uno è parte dell'altro. E un film che ne racconta il reciproco, fortissimo legame. Cosa vi viene in mente? Probabilmente l'indimenticabile "Gran Premio" del 1944, con Liz Taylor bambina, che monta contro tutti e contro tutto il suo Pie (che significa torta), un indomabile puledro vinto da lei a una lotteria di paese. Quando Pie, guidato dagli accorti consigli di un giovane stalliere ( Mickey Rooney) e montato dalla sua piccola amazzone Velvet ( travestita da ragazzo) vince il Gran Premio, il binomio sarà squalificato, perché a una bambina non è concesso partecipare. Non per ragioni di età ma di genere (!).
Silenzio, si gira. Anzi, silenzio si raglia. Ebbene sì, questa volta parliamo di un equide che "non" è un cavallo: il mulo, che è un incrocio fra un asino e una cavalla. L'ibrido che invece nasce da un cavallo e un' asina si chiama bardotto. Sono numerosi i muli che hanno abitato la storia del cinema. A partire dal più famoso di tutti, Francis, il mulo parlante, star di una serie di film made in U.S.A. che nei primi anni Cinquanta ebbero un grandissimo successo al di là e al di qua dell'oceano.
Cos'hanno in comune Walt Disney e Hitler; la principessa Sissi e Luchino Visconti; il generale Patton e il napoletano Federico Grisone, cinquecentesco autore de " Gli ordini del cavalcare"? E' presto detto: tutti hanno avuto un ruolo in quella che potremmo definire "la questione lipizzana". Si sa che i lipizzani - gli spendidi cavalli grigi che si esibiscono alla scuola spagnola di Vienna - sono stati creati in quattro secoli di incroci selezionatissimi mescolando fattrici italiane con stalloni danesi, napoletani e persino arabi ...
Un magnifico stallone nero nuota nel mare. Ha la testa fuori dall'acqua, e sta spendendo tutte le sue energie per salvarsi la vita: è caduto dal ponte di una nave massacrata dalla tempesta, che lo stava portando negli Stati Uniti dalla natia Arabia. Quel cavallo è un naufrago, e chissà se riuscirà a raggiungere vivo qualche costa del Mediterraneo.
Lo replicano per lo meno due volte l'anno nelle più diverse reti televisive. Si intitola Il destino di un cavaliere ed è un azzeccato esempio di quel cinema d'avventura che racconta le gesta dei cavalieri medioevali. E - naturalmente - dei loro cavalli. Cosa rende Il destino di un cavaliere un film particolarmente riuscito? Non solo il ritmo, i costumi, l'intreccio ma anche l'intuizione - storicamente fondata - che i tornei cavallereschi fossero nel medioevo un'attrazione simile ai concerti rock di oggi.
Giugno, tempo di pagelle. E allora diamo un po' di voti (scherzosi ma non troppo) agli attori del nostro cinema che abbiamo visto a cavallo nei film del secondo dopoguerra. E' vero che nelle scene più complicate di solito si usano le controfigure. Ma è altrettanto vero che il pubblico ha ormai uno sguardo smaliziato e che preferisce vedere in sella il vero protagonista.
La tradizione vuole che il principe azzurro delle favole abbia un cavallo bianco ( laddove si dovrebbe dire grigio, perché il cavallo bianco, con la pelle rosea, è un povero animale albino, rarissimo e destinato ad avere un bel po' di guai dermatologici). Pensiamo al cavallo del principe azzurro che risveglia Biancaneve...
"Dammi retta, non ti affezionare mai a un cavallo. I cavalli, quando non possono più correre, non valgono un cazzo per nessuno". Questa battuta, che usa un linguaggio fuor di metafora, illustra la crudele regola di vita che presiede al mondo delle corse dei piccoli circuiti statunitensi ( ma questa realtà riguarda tutto il mondo). Ed è la raccomandazione che una fantina ripete maternamente all'artiere Charley Thompson, quindicenne senza famiglia che si è affezionato a un quarter horse di cinque anni, sbattuto a gareggiare nelle corse sui centocinquanta metri...
C'è un cavallino che è volato sullo schermo, nei nostri cieli e ancor oggi corre velocemente per le strade del mondo. Non è il mitologico Pegaso - di cui avremo da dire: è la sigla della casa di distribuzione cinematografica TriStar - ma il cavallino rampante della Ferrari. La cui immagine ha una storia avventurosa e immortalata dal cinema.
Scopri tutti gli Articoli precedenti
Contatta la nostra Redazione
Segui la nostra pagina su Facebook
Rimani aggiornato con Twitter
Scopri i nostri video su Youtube
Accedi al nostro Feed RSS
Accedi al motore di Ricerca avanzata
Per ricevere i nostri aggiornamenti
Accedi all'Archivio articoli