Roma, 24 Gennaio 2021
di Eduardo Lubrano
L’equitazione agonistica è uno sport pericoloso. Lo riportano tutte le classifiche di genere redatte da qualsivoglia organizzazione – seria ovviamente – di qualunque paese e tipo. Addirittura una lista della Federazione Medici Sportivi Italiani del 2007, inseriva l’arte di andare a cavallo tra le discipline più pericolose insieme agli sport con i motori, al ciclismo, al pugilato, agli sport invernali, all’alpinismo. Ce ne sono di peggiori per quanto riguarda i rischi, come i cosiddetti sport estremi, ma consideriamo qui, solo quelli praticati da una maggior parte di persone. La domanda successiva è : l’attività sportiva di alto livello che l’uomo fa con i cavalli è pericolosa fino alle estreme conseguenze?
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Lo chiamano la F1 dell’equitazione ma il paragone non regge affatto. Perché la Formula Uno è diventata noiosa: chi si assicura la prima fila durante le prove del sabato ha tantissime, troppe possibilità di vincere la gara della domenica e da qualche anno le macchine che vincono sono le Mercedes. Un dominio davvero insopportabile per i tifosi Ferrari ma anche per gli appassionati che sono costretti a chiedersi se questa volta l’errore lo farà Hamilton o Rosberg.
Dopo i fulmini il sole, dopo la disperazione la speranza. Il senso della giornata “Riviviamo insieme i Pratoni del Vivaro” andata in scena domenica 22 maggio presso il laghetto dei cigni dell’ex Centro Equestre Federale, si può riassumere con queste due frasi. Perché alla cerimonia, alla quale hanno partecipato almeno duecento persone, tutti hanno toccato con mano che qualcosa di concreto è stato fatto e si sta facendo per questo posto incantevole ed unico al mondo. Già passeggiando sul terreno nuovamente in ordine, si respirava un’aria nuova, quella dei giorni gloriosi, dove amazzoni e cavalieri da tutto il mondo, oltre che italiani, venivano qui ad esercitarsi. Ed a ricrearsi lo spirito.
Fino a pochi anni fa dire “Pratoni del Vivaro” significava indicare un posto bellissimo vicino Roma, ai Castelli romani, dove il mondo dell’equitazione italiana e mondiale aveva vissuto anni di eccellenza. Per esempio i WEG del 1998 o i Mondiali di Attacchi del 2010 solo per ricordare due eventi importanza internazionale. Dove si erano preparate generazioni di cavalieri ed amazzoni campioni, cavalli leggendari, e dove i cavalli olimpionici, vincitori cioè di medaglie olimpiche per la nostra nazione, potevano trovare spazio per la loro pensione...
San Terenziano è un paesino umbro che si stende lungo una delle strade della provincia di Perugia. Dopo un’ampia curva si apre un enorme cancello ed appare un campo di sabbia con uno steccato bianco che lo recinta. E’ il Centro Ippico San Terenziano dove Massimo, il titolare giura che quella sabbia fantastica è lì dal 1988 e resiste perché il terreno ha un drenaggio fantastico.
L’Umbria, il cuore verde d’Italia. Una Regione che da sempre ha un rapporto di amore e conoscenza col mondo del cavallo unico. Un luogo, l’Umbria dove con questo animale che ha segnato la storia dell’uomo è possibile fare di tutto : dalle passeggiate in campagna al dressage, dal salto ostacoli al completo, dall’endurance agli attacchi.
Il Comitato Olimpico Internazionale è una grande organizzazione che sostiene di guardare sempre al meglio di ciò di cui si occupa : i Giochi Olimpici. Da diversi anni il CIO sta riflettendo su quello che diversi indicatori hanno confermato come un calo di interesse degli appassionati di sport proprio verso i Giochi. Al punto che sta pensando di mettere in piedi una sua televisione online che mantenga viva l’attenzione del mondo sull’Olimpiade anche nei quattro anni che intercorrono tra un’edizione e l’altra. Un progetto faraonico, ma non sono le risorse umane ed economiche che mancano al Comitato.
Una storia meravigliosa. Quella di Luciana Diniz, brasiliana di nascita ma da tempo portoghese di adozione e di passaporto, sempre col sorriso sulle labbra, che faccia zero o che faccia 8 errori (difficile ma capita anche a lei). In questa stagione del Longines Global Champions Tour la signora Diniz, nata nel 1970, ha fatto molto bene. Soprattutto ha vinto i Gran Premi di Madrid e Vienna, sabato 19 settembre, la penultima tappa del Global. Ed è arrivata seconda a Roma e Parigi e terza a Cannes.
Non poteva esserci modo migliore di chiudere la prima volta di Roma nel Longines Global Champions Tour, con un barrage nella categoria mista del CSI5* con tre italiani che hanno rischiato, almeno due, anche di vincere. Cinquantuno i partenti nel primo pomeriggio romano, ingrigito da molte nuvole che annunciavano una pioggia che non è arrivata a disturbare una bellissima gara.
Roma ha un nuovo re ed una nuova regina. Cominciamo dalla Regina per motivi di fascino, bellezza e simpatia: si chiama Luciana Diniz e viene da una terra romantica, bellissima e malinconica come il Portogallo. Lei e la sua cavalla Fit For Fun (una traduzione letterale riporta “fatta per divertire”) hanno fatto divertire il pubblico romano che ha letteralmente preso d’assalto le tribune dello Stadio dei Marmi Pietro Mennea per il Gran Premio del Longines Global Champions Tour. Avessero vinto, la Diniz e Fit For Fun, lo stadio a ridosso dell’Olimpico sarebbe esploso in un boato simile a quello di un gol della Roma o della Lazio...
Mai nessuno aveva osato tanto. Trasformare lo Stadio dei Marmi “Pietro Mennea” in qualcosa che nessuno aveva mai visto: una vera e propria arena destinata al salto ostacoli come nelle migliori tradizioni del mondo. Un’operazione concordata tra il Longines Global Champions Tour ideato da Jan Tops ed il Coni, con il presidente Malagò in testa e Franco Chimenti, presidente di Coni servizi. Con lui Diego Nepi Molineris, il responsabile degli impianti del Coni che da anni si adopera perché il parco del Foro Italico sia uno spazio fruibile e destinato veramente a tutti ed a tutti gli sport. E poi il fondamentale assenso e la collaborazione di Roma Capitale. Il lavoro degli architetti Chiara Rutelli e Massimo Quagliani.
Venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 settembre, la città di Roma tornerà ad essere la capitale mondiale dell’ equitazione. Del salto ostacoli in particolare. Perché allo Stadio dei Marmi “Pietro Mennea” ospiterà la 13^ tappa del Longines Global Champions Tour, forse, anzi senza il forse, la manifestazione più bella e spettacolare della disciplina, che riunisce in tre giorni i migliori cavalieri ed amazzoni del mondo. La chiamano la Formula Uno del salto ostacoli per la formidabile qualità dei cavalli e dei loro compagni e compagne, per la bellezza dei luoghi dove si svolge, per la qualità tecnica delle gare.
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