Salto ostacoli - Un Cafe de Colombia per Bartalucci
“Se alla FISE bisognerà cambiare, io ci sarò”. Colombia, Barcellona, Santiago del Cile, Roma, non è il quadrilatero della droga ma le tappe di un vero uomo di cavalli, Duccio Bartalucci, che del salto ostacoli oltre che una professione (prima come cavaliere, poi come tecnico) ha fatto un percorso di vita.
Questa mattina, affacciatosi al Global, ha trascorso parecchi minuti a stringere mani. Di cavalieri (giovani e senatori), di addetti ai lavori, di gente dei media e dell’equitazione a tutto tondo. Selezionatore dall’anno scorso per la Federazione Colombiana (“un presidente giovane, dinamico, dal salto ostacoli è ora passato al completo”) ha riannodato le fila di cavalieri che girano il mondo come individuali ed ora cominciano a diventare una squadra. “Quasi una decina con 15 buoni cavalli. Abbiamo rinunciato alla finale della FEI Nations Cup di fine mese in Spagna per motivi economici, i viaggi per concentrare un team a Barcellona sarebbero costati molto. Così andremo ai Giochi Panamericani di ottobre a Santiago del Cile, tre carte per Parigi 2024 in palio e spese sostenute dal Comitato Olimpico Internazionale”.
Al posto della Colombia nella metropoli catalana arriverà l’Argentina, altra squadra che - insieme a Stati Uniti, Brasile e Messico - renderà dura la vita a chi come l’Italia punta all’unico passi per la Reggia di Versailles, sede dell'equitazione olimpica il prossimo anno. “Nemmeno per i colombiani sarà una passeggiata a Santiago, una struttura militare. Si aggiungeranno Canada e padroni di casa, al solito un vantaggio su chi viene da fuori. Però se riusciremo ad andare a Parigi avremo uno sponsor coi fiocchi, il Cafe de Colombia".
La squadra azzurra dovrà stringere i denti a Barcellona… “Mi auguro sinceramente che metta finalmente le mani su una qualifica che gli sfugge da vent’anni. Sono tutti cavalieri che conosco bene, validi. Un po ' meno i cavalli a loro disposizione, ma questa non è una novità”
Se anche su Parigi bisognerà tracciare una X come nel passato ventennio, all’attuale conduzione della FISE aumenterebbero di molto i problemi. “A decidere il da farsi sarà la base. Certo è che le nuove regole del CONI permettono le elezioni anche ad inizio di stagione olimpica. Ricevo in continuazione attestati di stima e spinte a farmi avanti per la presidenza. Però mi stanno arrivando pure i primi consigli: se ti eleggono, lavora da casa e stai lontano dalla scrivania di presidente. Suscita strane idee”.