L'importanza dell'opinione del cavallo
I cavalli, esenti dai pregiudizi e dalle sovrastrutture mentali che contraddistinguono l'uomo, ci vedono e valutano per quello che siamo.È un senso di giustezza, se vogliamo giustizia, in cui l'opinione che si fanno di noi si viene sviluppando in relazione a come ci portiamo nei loro confronti.
Perché avventurarsi in queste riflessioni? Quali utilità possono avere?
L'equitazione coinvolge due protagonisti, il cavallo e l'uomo, entrambi senzienti e, dal momento che se ci approcciamo a questo animale è perché noi vogliamo farlo, rimane da chiederci se anche lui sia d'accordo.
Per alcuni, la sola sensazione di avere la collaborazione spontanea del cavallo è appagante per se stessa ma, per i meno pragmatici, che senso ha avere il consenso di questo animale? Non sto parlando del consenso di chi non ha scelta, ma di quello di chi sceglie di collaborare con noi e di farlo al meglio. Immaginate la differenza.. quante volte cavalli considerati poco talentuosi, grazie al loro grande cuore hanno vinto su altri estremamente più preferiti!!
Un cavallo che decide di seguirci (o di guidare con noi), sarà abbastanza generoso da compensare debolezze e vizi fisici, quante volte abbiamo visto compiere gesti incredibili per la sola volontà del cavallo, pensate se la volontà fosse posta in quello che vogliamo fare insieme!
Ricordo un cavallo in addestramento, era un cavallo robusto di montagna, di media altezza. Lo avevo liberato nel maneggio coperto, all'interno di pareti alte 2 metri. Quando Vulcano (di nome e di fatto!), decise di raggiungere i cavalli all'esterno, nella calma più totale, quasi da fermo, fece un gran balzo e in un attimo fu dai suoi amici!
Questo cavallo, in diverse occasioni, mi ha dimostrato quanto sia importante guadagnarsi la complicità di questi animali per mirare a una relazione e ad un risultato che veramente faccia la differenza, che sia una passeggiata, un trekking difficile, una lezione in campo o una competizione.
E' a questo punto che diviene veramente importante capire come ci considera il nostro cavallo, se ritiene di potersi affidare a noi e se ne vale la pena, solo a questo punto avremo veramente il suo consenso e, collaborativo per natura, potremmo quasi essere una sola mente in due corpi.
Ma come fare allora? C'è chi dice che il cavallo deve portarci rispetto come a un capobranco…. Diamo per vera questa affermazione ma ancora una volta, non è tutto servito su un piatto d'argento, possiamo infatti imparare, con impegno e dedizione, a divenire bravi addestratori ma per essere considerati buone guide dal cavallo dovremo iniziare un percorso decisamente più profondo.
Non pretendo di avere tutte le risposte, non sempre riesco, spesso sbaglio dal momento che non si tratta di una scienza esatta ma di dover interagire con un essere, tra l'altro d con carattere diverso da individuo a individuo. Infatti questo siamo, sia noi che il cavallo, individui con le nostre infinite soggettività. Però tante volte, sempre più volte, ho assaporato questa sensazione in cui l'affidamento è reciproco e, almeno per me, a quel punto, non ha più importanza cosa stiamo facendo, conta solo che siamo insieme.
In questi nostri incontri su CAVALLO 2000 vorrei raccontarvi un po' di aneddoti, scambiare con voi alcune riflessioni su cosa significhi relazionarsi con i cavalli e come fare, secondo la mia esperienza e ricerca personale. Ci vediamo allora ancora qui per continuare il nostro piccolo viaggio insieme!Giulia Gaibazzi , su equitazioneinarmonia.it