Ippica ed equitazione, buio in tv e pochi spiccioli.
Non sono Cenerentola ma nemmeno Biancaneve. Anche se tutte e due, come i salmi, finiscono in gloria, felici e contente. Le scuderie italiane di equitazione (come l’allevamento nostrano) il principe azzurro fanno fatica a trovarlo. Anzi sempre più il cavallo sportivo di salto ostacoli, completo, dressage e altro, viene accomunato al galoppatore e trottatore, e alla loro crisi nazionale.
Tanto di cappello a Maria ed Emanuele Anchisi che stanno portando il brand Scuderia 1918 ai vertici con un team che - solo per rimanere dentro i patri confini - annovera ora Piergiorgio Bucci, Lorenzo De Luca, Giulia Martinengo e Alberto Zorzi. Se il neo c.t. FISE Marco Porro cercava la squadra per la Coppa delle Nazioni di Piazza di Siena 2022, c’è l’ha quasi pronta. Buoni cavalli permettendo.
A questo squillo risponde il silenzio assordante del MIPAAF, al quale i destrieri che sudano su piste e campi di gara dovrebbero fare riferimento. Non una sillaba però dal dicastero agricolo-forestale di Via XX Settembre, nemmeno sui toni preoccupanti che sta assumendo l’emigrazione forzata dell’ippica italiana verso la Francia, con i successi di scuderie, allenatori, allevatori, fantini, tutti sudditi del Bel Paese che fanno gruppo oltr’Alpe, vincono e riscuotono quasi a pronta cassa..
In queste ultime ore si sono aggiunte poi due notizie che purtroppo dimostrano - ammesso che se ne fosse sentita la necessità - di come ippica e equitazione siano considerate, a casa nostra, attività scarsamente spettacolari e sulle quali non sprecare quattrini.
Il deputato PD Michele Anzaldi ha scritto - da segretario del Servizio Vigilanza RAI - una lettera al presidente dello stesso Servizio per stigmatizzare l’assenza delle due discipline dai palinsesti del Servizio Pubblico Radiotelevisivo, salvo eventi particolari da valutare volta per volta. Insomma l’emittente di Stato vivrà - con ippica ed equitazione - alla giornata, di corse o di competizione.
Altra missiva l’ha inviata l’Associazione Nazionale Galoppo al MIPAAF per denunciare l’ennesimo taglio economico ai premi in programma allo storico Ippodromo di Milano San Siro, ridotto ormai a dotazioni che rasentano quanto viene messo in palio nelle corse dei sacchi parrocchiali.