I ruoli all'interno del branco
Parlo spesso di quanto sia importante che i cavalli “facciano una vita da cavalli”, sia per il rispetto che gli dobbiamo sia perché possano sviluppare le doti necessarie per divenire individui equilibrati. Quando parlo di relazione ed equitazione con il cavallo, prevedo che l'uomo svolga un compito importantissimo per il proprio amico equino, quello di garantirgli una bella esistenza, sana e stimolante.
Vorrei a riguardo riportarvi alcuni dei ruoli che questi animali meravigliosi si trovano a svolgere quando gliene sia data occasione.Sappiamo esistere all'interno del branco una gerarchia verticale che prevede la dominanza di taluni individui su altri. Questa è estremamente visibile ad esempio a fronte della competizione per una risorsa limitata, ne abbiamo un esempio quando un soggetto scaccia un altro per accaparrarsi il mangime.
Non tutti sanno però della vera anima del branco, la gerarchia orizzontale, un fitto numero di ruoli e compiti che i cavalli si suddividono per ottimizzare l'armonia e quindi favorire la coesione del gruppo stesso. In sostanza, ogni cavallo ha come noi talenti specifici che affina con l'esperienza, quando gliene viene data la possibilità; se più cavalli sono portati per ricoprire un determinato ruolo, il più adatto ed efficiente sarà il leader detentore di quel compito stesso, gli altri saranno i vice pronti a sostituirlo se necessario, ad esempio se venisse a mancare oppure quando questo soggetto è impiegato nelle attività con noi fuori dal branco. Il detentore di un compito viene seguito dall'intero gruppo nelle attività per cui fa riferimento il suo ruolo: si parla quindi di comportamento socialmente agevolato. Tuffiamoci ora nel loro magnifico mondo, considerando che i ruoli sono molti di più di quanti vi riporto e molti probabilmente neppure li immaginiamo. Riconoscete il vostro cavallo in uno di questi?
Lo stallone. È il maschio a capo di un nucleo famigliare: provvede a tenere unito il proprio nucleo, formato da una o più fattrici con eventuale prole; difende il territorio dai rivali e da possibili minacce; si accoppia in esclusiva con le fattrici del proprio nucleo famigliare perché il branco continui a prosperare. In ambiente domestico è difficile (ma non impossibile) osservare uno stallone a capo del branco, è invece facile che un castrone rivesta questo ruolo, ovviamente senza il forte istinto sessuale di un maschio intero.
La femmina guida o matriarca. La matriarca è la femmina più affidabile del branco, i compagni la seguono in moltissime attività. Di norma è la favorita dallo stallone, ha una forte capacità di valutazione dell’ambiente che la circonda, tanto delle opportunità quanto dei pericoli. È facile vederla guidare l’introduzione di un nuovo membro all’interno del gruppo, e farne le presentazioni guidando saggiamente le interazioni tra i vari soggetti. È un punto di riferimento per tutto il branco per saggezza e integrità: per separarsi serenamente, ad esempio durante l’attività equestre, deve sapere che il gruppo è al sicuro.
Il pacificatore. È il cavallo che si frappone tra i litiganti per ridurre le tensioni ed evitare i conflitti. Equilibrato, spesso si interpone passivamente tra i compagni litigiosi, a volte in maniera apparentemente quasi casuale.
La sentinella. È un soggetto attento, spesso in allerta ma non pauroso, la sua caratteristica è la capacità di valutare i potenziali pericoli. Un rumore lontano sarà considerato un potenziale pericolo solo se la sentinella (o chi ne riveste il ruolo in quel momento) dà l’allarme. In un momento di indecisione nel valutare il reale pericolo o meno di una certa situazione, il gruppo si affiderà a questo soggetto.
Il cavallo dominante. Spesso confuso con il “capo”: la differenza tra loro sta nella dubbia capacità di leadership del dominante, che basa sulla forza la sua influenza sugli altri membri del branco. Il dominante è un bullo che, al contrario del leader, non rispetta sempre le regole di correttezza tra cavalli. Lo si vede spesso rincorrere senza motivo scacciando altri membri anche quando questi gli si sono già sottomessi. Il ruolo di questi cavalli forti e poco inclini al rispetto delle regole sociali è probabilmente quello di mantenere alto il livello di attenzione dell’intero branco. Lo stress della vita domestica porta molti cavalli ad estremizzare il proprio comportamento verso questo ruolo: si tratta spesso di uno squilibrio e, al naturalizzarsi delle condizioni gestionali in generale, i pretendenti al rango di dominante evolvono verso i loro veri ruoli, a volte anche come leader.
L’esploratore. È un cavallo curioso e coraggioso: guida la scoperta di nuovi territori, procede in avanscoperta, impossibile tenerlo all’oscuro di qualunque novità! Immaginiamo che splendido compagno di avventure sarebbe questo soggetto per i nostri trekking…
Il pascolatore. È il cavallo assaggiatore, quello che conosce le erbe meglio degli altri, e guida gli spostamenti tra le varie essenze e i pascoli migliori sul territorio.
La zia. È una femmina che accudisce i puledri delle altre fattrici permettendo a quest’ultime un po’ di riposo e svago. Ha uno spiccato senso di cura e protezione verso i più piccoli: le madri glieli affidano volentieri anche se non si tratta di un’amica intima all’interno del branco, a riprova che la sopravvivenza del gruppo porta a fidarsi dei membri più idonei ad ogni ruolo superando anche le inimicizie personali.
Il cugino. “Adulti mai cresciuti” che continuano a giocare in maniera quasi esasperata; i cavalli in generale giocano per tutta la vita, ma i cugini ne fanno una vera arte! Il compito di questi cavalli è occupare l’esuberanza dei puledri giocando con loro, non sono famosi per attenzione e affidabilità ma con loro il divertimento è assicurato!
Il gregario. È un soggetto che segue passivamente il gruppo, un indipendente che aspetta di rivestire un ruolo, oppure un timido. Si tratta di soggetti che non hanno ancora un ruolo specifico, oppure dei sottomessi che hanno il non meno importante compito di rendere il gruppo più numeroso quindi meno a rischio.
Il fatto che esista un Leader per ogni attività e che il branco si coalizzi per seguire il soggetto più competente per quel compito stesso, ci fa capire come tra cavalli sia naturale una leadership condivisa. Ma allora perché spesso l'uomo ricorre alla forza o crede di dover sottomettere questi animali? Semplicemente perché ci comportiamo da dominanti (mi riferisco alla definizione sopra) e in questo modo non mettiamo il cavallo nelle condizioni di seguirci come leader, non siamo cioè una guida affidabile e giusta, oppure perché l'animale vive in una condizione frustrante, quando gestito in maniera troppo differente dalle sue esigenze di specie. Vogliamo un cavallo competente, sano e ben coordinato ? Non facciamogli mancare una “vita da cavallo”.
Per approfondire questa ed altre tematiche consiglio la lettura del mio libro :Guida Al Rispetto Del Cavallo, Equitare Edizioni.
Giulia Gaibazzi www.equitazioneinarmonia.it